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venerdì 28 settembre 2007

Record per Halo 3

170 milioni di dollari in 24 ore. É il record che ha fatto segnare il nuovo videogioco di Microsoft nel suo primo giorno di vendita. Il precedente primato era del suo predecessore Halo 2, le cui vendite avevano fatto entrare nelle casse del colosso di Bill Gates 125 milioni di dollari in un giorno. Ma non è il solo record che ha battuto. Il videogioco ha fatto anche registrare il primato nelle prevendite. Più di 1,7 milioni di copie sono infatti state ordinate prima che facesse il suo debutto nei negozi. E non è finita qui. Halo 3 ha portato anche un milione di utenti di Xbox a giocare una partita dalla durata record di 20 ore.
L'uscita di questo videogame, opera dalla statunitense Bungie che dal 2001 è nelle mani della Microsoft, si è trasformata in un evento celebrato perfino da settimanali seriosi come Time Magazine. Grazie ad Halo 3 infatti, Bill Gates & Co. sperano di mettere definitivamente radici in un settore ricco e allo stesso tempo ostico per la casa di Redmond. I primi due capitoli sono stati l'unica vera arma affilata nella mani della Microsoft per difendere l'Xbox nella guerra contro la PlayStation 2 della Sony. Una guerra conclusosi con la vittoria a mani basse di quest'ultima. Ma ora che la PlayStation 3 stenta a prender piede e il Wii della Nintendo punta a un pubblico diverso da quello dei videogiocatori, Halo 3 potrebbe aiutare l'Xbox 360 a restare in testa nella guerra delle console.
Insomma, è ciò che Tomb Raider è stato per la prima PlayStation. Solo che questa volta al posto di una versione femminile di Indiana Jones, abbiamo a che fare con un enigmatico marine spaziale, Master Chief, alle prese con una razza aliena di invasori (un classico da Space Invaders in poi). L'intera vicenda è cominciata su un misterioso pianeta fatto a forma di anello, Halo appunto. Artefatto, come si è scoperto poi, maestoso e capace di trasformarsi in un'arma galattica devastante. Per i Covenant, extraterrestri mistici e poco inclini alla diplomazia, il pianeta è da venerare. Ma al limite anche da usare contro i terrestri per fiaccare la resistenza tenace dei marine spaziali come il nostro Master Chief. L'unico che, sforacchiando mandrie di alieni di ogni dimensione, è riuscito a far saltare in aria l'arma di distruzione di massa planetaria.
Nel secondo capitolo, realizzato in fretta e furia, la storia si complica. Soprattutto perché alla Bungie, passata da dieci persone a sessanta, i vari reparti non si sono capiti alla perfezione finendo per assemblare un gioco tutt'altro che perfetto. In breve Master Chief, e una parte dei Covenant ribelli, si trovano a dover fronteggiare una seconda razza aliena. Una forma di vita parassita che minaccia perfino la Terra. Ed è proprio sul nostro pianeta natale che si svolge l'ultimo capitolo della trilogia.
Sarà proprio l'ultimo ...

giovedì 27 settembre 2007

Jobs sfida gli hacker dell'iPhone

Cosa farà Steve Jobs per contrastare gli assalti degli hacker al suo iPhone? Mentre procede lo sbarco in Europa dell'ultimo gioiello Apple, è finalmente arrivata l'attesa contromossa dell'azienda di Cupertino, anticipata da una diffida "amichevole", dell'azienda telefonica AT&T contro lo sblocco del telefonino: nessuna assistenza per chi ha manomesso l'iPhone, che addirittura rischia il blackout dopo l'aggiornamento in arrivo. Dichiarazioni che stanno togliendo il sonno a quanti hanno acquistato il telefono e lo stanno usando al di fuori degli Usa, dopo opportuna manomissione.
Nella dichiarazione di guerra del patron della Mela, in gioco c'è una posta non da poco: i soldi dei contratti stilati con AT&T, T-Mobile, O2 e tutti gli altri operatori che si accorderanno con Apple in futuro. Dunque non solo la sfida ad hacker e 'smanettoni' vari che hanno messo in rete software gratuiti (e anche metodi più 'cruenti'), per sbloccare l'iPhone. Ma c'è la stessa strategia di marketing dell'azienda americana.
In Inghilterra dal prossimo 9 novembre con l'operatore telefonico O2, l'iPhone sarà messo in vendita a 269 sterline, ovvero 387 euro. Il prezzo di vendita in germania, sarà invece di 399 euro, attraverso il network di Deutsche Telecom. Poi seguirà la Francia, con il supporto di Orange. Resta avvolto nella nebbia il capitolo Italia. L'accordo con Tim sembra stenti a decollare. Un gossip del sito Dagospia, nei giorni scorsi ha addirittura parlato di una clamorosa gaffe di Renato Ruggiero. L'amministratore delegato di Telecom Italia, che già aveva sbandierato come cosa praticamente fatta per la sua Tim l'esclusiva per l'iPhone sul mercato italiano, era stato invitato a Cupertino da Steve Jobs in persona per discutere gli ultimi dettagli e firmare il contratto. Solo che Renato Ruggiero all'appuntamento non ci è andato, mandando al suo posto Luca Luciani. Una sostituzione non gradita a Steve Jobs, che ha accolto il collaboratore di Ruggiero con aria distratta, gli ha fatto un paio di domande e lo ha rispedito al mittente. A mani vuote. Fin qui la ricostruzione di Dagospia.
Ma altri osservatori individuano problemi diversi. A rendere perplessa l'azienda italiana sarebbero alcuni problemi, uno dei quali legato proprio al fatto che il sistema di sicurezza dell'iPhone basato sulla SIM lock è già stato craccato in diversi modi. Insomma i gestori italiani vorrebbero la sicurezza che una volta messo in commercio, il telefono rimanga connesso alla loro rete.
A questo punto lo scontro con gli 'smanettoni' è inevitabile. Negli Usa Apple ha annunciato che non fornirà assistenza e supporto agli l'iPhone manomessi, via hardware o software, per essere utilizzati con operatori differenti da AT&T. La disposizione si applica, ovviamente, anche agli iPhone sotto garanzia. E già si parla di centri assistenza che hanno respinto al mittente alcuni telefoni.
Ma l'azienda di Cupertino ha deciso di andare oltre e ha dichiarato che il prossimo aggiornamento del firmware, atteso per questa settimana, potrebbe rendere completamente inutilizzabili gli iPhone modificati. "Non operiamo in maniera specifica per disabilitare i telefoni sbloccati", ha affermato il numero due dell'azienda Phil Schiller, spiegando, però che Apple non può essere ritenuta responsabile per i malfunzionamenti causati da software di terze parti.
Terrorismo psicologico? Per ora non è chiaro, così come non è chiaro se può mettere al riparo da questi rischi il ripristino totale del software di sistema, operazione che viene illustrata su alcuni siti ma piuttosto complicata. Nessuna preoccupazione, per ora, per l'installazione di software di terze parti che non riguardino le funzionalità di rete di iPhone, anche se Cupertino non ne garantisca il funzionamento con i futuri update.
E non è escluso che le contromisure di Steve Jobs si esauriscano qui. Secondo alcune indiscrezioni, Apple potrebbe ricorrere alla Digital Millennium Copyright Act, la legge che blocca i mezzi che possano essere usati per aggirare le misure di accesso ai lavori protetti dal diritto di copia. Ma qui i commenti si diversificano: alcuni esperti, infatti, ritengono che il DMCA abbia scoraggiato molti sviluppatori open-source, altri sostengono che questa legge scoraggerà solo i programmatori americani. e c'è chi sostiene che l'unica via sarebbe lo sviluppo costante di aggiornamenti software.
Una voce fuori dal coro è quella di Charles Miller, principale analista di sicurezza per l'Independent security evaluators: "I continui aggiornamenti non scoraggeranno gli hacker - sostiene - ma, anzi, li stimoleranno a un attacco più deciso". Miller, inoltre, è critico verso la politica di Apple contro l'open-source: gran parte del mercato, dice, è attratta dalla possibilità di sviluppare del codice per la personalizzazione del proprio dispositivo.

mercoledì 26 settembre 2007

Hackmeeting 2007

Per i 10 anni di Hackmeeting gli Acari (storpiatura nostrana di hackers) si ritrovano a Pisa presso il Centro Sociale Rebeldia alle porte della città il 28, 29 e 30 di Settembre. Tre giorni in cui il posto sarà assediato da più di un centinaio di persone che dormiranno e mangeranno assieme (sacco a pelo e mensa) alternando decine di seminari, presentazioni, laboratori, e momenti di condivisione informale ribattezzati col misterioso titolo di «capanne deisuchi».
Il raduno è formalmente aperto a tutti, ma si intende: tutti coloro che onorino l'etica e l'attitudine hacker «non importa se sai usare o no un computer», l'importante è la curiosità di voler andare oltre l'uso consueto degli oggetti e il desiderio di condividere le proprie conoscenze con gli altri. Per fare un'esempio concreto è possibile che all'hackmeeting vi imbattiatiate in un laboratorio di ciclisti intenti a spiegare ad un drappello di uditori, i vantaggi del buon uso della brugola dell'8.
Non mancheranno gli ospiti internazionali come il giornalista statunitense Armin Medosh del FLOSS (Free Libre Open Source Software) e il tedesco Andy Mueller Maghun membro storico del Chaos computer Club di Berlino che farà un intervento su come è cambiata la percezione del cyberspace e da cui ci sia aspetta molto.
Ci sarà anche il newyorkese Emmanuel Goldstein esperto di hacking e di social engineering esponente della EFF (Electronic Frontier Foundation).

martedì 25 settembre 2007

Telefonate in cambio di pubblicità

La notizia del lancio di un nuovo sistema di telefonia via internet dell'americana Pudding Media spiega bene lo scarto tra quanto accade nel Parlamento e le evoluzioni che stanno interessando in tal senso la rete.
Sareste disposti a rinunciare alla vostra privacy in cambio di telefonate gratuite?
Secondo Pudding Media, molti teenager americani risponderebbero di si. Per questo ha deciso di lanciare un servizio di telefonia via internet totalmente gratuito che si finanzia solo con la pubblicità. Una pubblicità molto redditizia perché mirata. Le chiamate che passano per thepudding.com sono ascoltate da un orecchio elettronico. Grazie a questo sistema, Pudding Media sarà in grado di captare l'argomento della conversazione e inviare all'utente pubblicità personalizzata. Sto invitando la mia fidanzata al cinema? Ecco apparirmi la programmazione del Multisala più vicino. Mi sto lamentando con un amico sulla mia auto sempre in panne? Ecco comparirmi le offerte del concessionario sotto casa. «Ormai tutto il mondo accetta di fare a meno della propria privacy in cambio di contenuti personalizzati» ha spiegato sulla prima pagina dell'Herald Tribune l'amministratore delegato di Pudding Media Ariel Maislos. «Non è molto diverso di ciò che fa Google. Loro tracciano un profilo dell'utente dalle mail che riceve o dalle pagine web che visita, noi dalle sue conversazioni». E a chi teme che le proprie conversazioni finiranno in un enorme database, l'azienda assicura che nulla sarà registrato.
La pubblicità si fonda su questo: stilare il profilo del proprio consumatore medio e cercare di raggiungerlo utilizzando i canali dove è più probabile «intercettarlo». Se si trasmette uno spot in televisione o in radio, ci si rivolge a una platea vasta ma eterogenea di potenziali clienti. Su internet le probabilità ci centrare il bersaglio sono molto maggiori.
A quando anche in Italia ?

lunedì 24 settembre 2007

Cambi operatore? Parli gratis per due anni

Si consuma lontano dai riflettori la concorrenza più spietata tra operatori di telefonia mobile. A luci spente, senza testimonial di grido, le compagnie attive in Italia mettono in campo anche più di trecento operatori per recuperare i clienti persi. Uno spiegamento di forze eccessivo? I numeri dei " passaggi" dicono di no. Solo da gennaio a marzo 2007, infatti, i clienti che hanno cambiato compagnia, conservando il proprio numero di telefono, sono stati più di un milione. E, dall'inizio della number portability (2002), il totale dei passaggi arriva a quasi 12 milioni. Numeri che spiegano le strategie aggressive di retention, cioè di "trattenimento" della propria clientela,che,in alcuni casi, portano gli operatori a offrire traffico gratis per due anni. Per identificare le più efficaci basta guardare la tabella che illustra chi ha perso e chi ha guadagnato. Nel 2007 Vodafone si è posizionata al primo posto per capacità di attirare clienti. Se dal 2003 al 2007 perdeva infatti 355 mila contratti, nel 2007 ha corretto la perdita a soli 20 mila, con un recupero di 355mila clienti. Merito di una rete allenata per centrare gli obiettivi, che passa al setaccio la storia telefonica del cliente, decide la strategia per "ri-catturarlo" e propone l'offerta .Con quali risultati?Buoni, almeno per il cliente che, al centro dei desideri di più operatori, riesce a guadagnare tariffe più competitive. Le offerte messe in campo dalle compagnie sono sempre più ricche. Si parte da bonus di traffico telefonico per arrivare a vere e proprie tariffe personalizzate, non vincolanti per il cliente e senza scadenza. Un ventaglio di occasioni che apre una vera e propria gara al rilancio tra gli operatori che si contendono il cliente. Per essere al centro della battaglia basta essere legati a un operatore, avere un po' di traffico telefonico (se abbondante, anche solo in entrata) e firmare il passaggio con un altro operatore. A questo punto il gioco è fatto. Il telefono del cliente "infedele" squilla a pochi giorni dal tradimento, dall'altra parte l'operatore abbandonato. Inizia così il rilancio: la compagnia telefonica cerca di trattenere il cliente offrendogli una tariffa più conveniente, elaborata esaminando le sue abitudini di consumo. Se il cliente accetta l'offerta,e autorizza il blocco del passaggio, entra in gioco il nuovo operatore. Per nulla disposto a "perdere" il cliente appena acquisito, infatti, rilancia la sua offerta alzando la posta in gioco. Pronta la risposta della compagnia d'origine che ritocca la sua proposta. Al cliente la decisione finale che mette fine alla contesa. Agli operatori dell'Mnp, mobile number portability, la responsabilità di centrare l' obiettivo: trattenere il cliente con il minor costo possibile. Per i migliori premi produzione assicurati.

L'intervento delle compagnie telefoniche non si limita, però, al recupero di chi è già andato via. «Per mettere in allarme l'operatore – spiega Michelangelo Barbera, responsabile innovazione di servizio di Accenture nel settore delle telecomunicazioni in Europa e America Latina –basta un cambiamento nel traffico telefonico dell'utente: la diminuzione delle telefonate, l'aumento di chiamate verso numeri di altri operatori, lo stop nell'utilizzo degli sms». Accesa la spia parte la "terapia" di prevenzione. L'ignaro utente finisce nella lista dei clienti a rischio e viene contattato dall'ufficio promozioni: anche per lui è già pronta un'offerta conveniente.

sabato 22 settembre 2007

Lcd e plasma ad armi pari

L'estate è finita, l'inverno è alle porte, le giornate si accorciano: nulla di meglio che contrastare il grigiore incombente consolandosi con i colori di un bel flat tv tutto nuovo. Magari con un "finestrone" da 42 pollici nel quale immergersi durante la visione di film e partite. I prezzi delle tv grandi sono adesso molto abbordabili e soprattutto si è di fatto annullato il divario tra i listini dei modelli a cristalli liquidi e al plasma. Questi ultimi, infatti, in particolare nei tagli da 42 pollici, erano ben più abbordabili dei corrispondenti televisori Lcd che dominavano e dominano nei piccoli e medi formati. Ora i listini tra i 42" plasma e Lcd coincidono e per la scelta tra le due tecnologie entrano in ballo solo considerazioni tecniche e soprattutto la sensibilità visiva personale.

Il plasma, va sottolineato, ha ancora molto da dire in termini di resa cromatica, naturalezza dell'immagine e velocità nel tempo di risposta. In genere gli schermi al plasma non deludono e ci sono modelli anche di marca (Lg o Philips per esempio) che costano meno di mille euro. E si trovano apparecchi anche a 800 euro come per esempio l'Lg 42pc51 o l'equivalente Philips 42PF5331 (circa 950 euro). Si tratta di modelli, Hd Ready, più che onesti, con ingressi digitali Hdmi ma che non competono con i modelli di Pioneer, più costosi ma molto perfomanti.

Anche sul fronte Lcd non mancano le offerte da 42" al di sotto dei mille euro. In genere la luminosità (espressa in candele/metro quadrato) nelle flat tv a cristalli liquidi è più bassa di quella dei pannelli al plasma; inoltre l'immagine sembra meno fluida e naturale. La cosa migliore è verificare, portandosi dietro un Dvd conosciuto. Spesso le differenze sono marginali e comunque imputabili a differenti dettagli come la luminosità o, soprattutto, la «temperatura di colore».

I prezzi sono dunque crollati e, per di più, continuano a scendere. Occorre pertanto mantenere un briciolo di razionalità evitando di spendere cifre importanti a meno che non si sia dei super appassionati di home cinema. Con i listini in picchiata, il tv non è più un acquisito "decennale" e dunque si può anche pensare di acquistare oggi un Hd Ready (che allo stato attuale va più che bene), evitando un costoso Full Hd a piena alta risoluzione che serve solo se si possiede un Blu-ray o si guardano le rarissime trasmissioni in Hd. In un prossimo futuro, si potrà acquistare a buon prezzo un Full Hd e quello che si risparmia può essere investito in Dvd e in un sistema audio decente, visto che quasi tutti i pannelli piatti hanno una resa sonora che mortifica qualsiasi programma. Anche il telegiornale.

giovedì 20 settembre 2007

Buon compleanno :-)

Era il 19 settembre 1982 quando il professore Scott E. Fahlman, allora trentaquattrenne, inviò a una bacheca elettronica della Carnegie Mellon University un messaggio destinato a passare alla storia Fahlman inserendo il suo primo emoticon in un messaggio pubblicato su una bacheca online alle 11.44 del mattino del 19 settembre 1982, durante una discussione sui limiti dell' humor online e su come poter indicare i commenti da prendere alla leggera.
Così fu: "Propongo i seguenti caratteri per indicare le burle: :-)
Secondo i linguisti le cosiddette faccine smiley, in gergo chiamate "emoticon" (o "emotional icon", più o meno icone delle emozioni), hanno fornito alle persone un modo divertente e preciso per esprimere i sentimenti nelle email o in altri messaggi elettronici (anche negli sms), altrimenti difficili da comunicare. Leggeteli ribaltati su un lato".
Il simbolo, che permetteva di riconoscere immediatamente i messaggi ironici, evitando gli equivoci tipici della comunicazione scritta, venne subito adottato dai colleghi di Fahlman e si diffuse rapidamente in ambito accademico. Il boom di internet negli anni Novanta l'ha reso universalmente noto, affogandolo in un mare di varianti: il punto e virgola simbolo dell'occhiolino, la D simbolo della risata a bocca aperta, la P simbolo della linguaccia. "A volte mi chiedo quanti milioni di persone hanno digitato questi caratteri, e quante hanno inclinato la testa per leggere uno smiley", dice Fahlman celebrando l'anniversario.
In occasione del venticinquesimo anniversario, la Carnegie Mellon University ha lanciato un premio annuale di 500 dollari, lo "Smiley Award", per l'innovazione nelle comunicazioni elettroniche. Chissà se tra i discepoli di Fahlman ci sarà qualcuno in grado di introdurre una novità semplice, efficace e rivoluzionaria come quei tre caratteri nati un quarto di secolo fa.

mercoledì 19 settembre 2007

Lotus Simphony. IBM sfida Microsoft

É la riedizione di una sfida del passato. Ibm riapre la sfida con Microsoft lanciando una risposta a Microsoft Office. Una suite di programmi tale e quale a quella prodotta dal colosso di Bill Gates.
In pratica dispone di un word processor, foglio di calcolo e editor di presentazioni compatibili con i formati ODF, Microsoft Office, Lotus SmartSuite e PDF (anche l'esportazione). Quindi, anche in questo caso sono valide le regole imposte da tutte le applicazioni online di questo genere: condivisione, editing, interoperabilità e flessibilità dei formati.
Ma mentre il pacchetto Home Edition del popolare programma costa 120 dollari, Lotus Simphony (questo il nome del nuovo arrivato in casa Ibm qualcuno ricorderà Lotus 1,2,3) sarà scaricabile gratuitamente dal sito dello storico marchio dell'informatica a partire da oggi. Non è un bel periodo per la Microsoft, dopo la sentenza dell'Antitrust europea di ieri, oggi vede ritornare in sella un vecchio concorrente. L'azienda però non è nuova a questo tipo di sfide. Da tempo deve fronteggiare la concorrenza di software di scrittura on-line offerti da Google e di Open Office, una suite con editor di scrittura, foglio elettronico e software per presentazioni scaricabile naturalmente gratuitamente.

martedì 18 settembre 2007

Tutto gratis ... Times Select Web

Da domani chiuderà il servizio a pagamento per la consultazione di alcuni articoli per la maggior parte editoriali e commenti e del famoso archivio storico (dal 1987 a oggi e dal 1851 al 1922).
La prestigiosa testata americana, che per anni ha sostenuto il modello di business misto (una parte free, una a pagamento), ha rivisto le proprie strategie. A decretare la morte del Times Select Web il servizio che per 49,95 all'anno o 7,95 dollari al mese permetteva di leggere editorialisti come Maureen Dowd e Thomas Friedman dovuto all'incremento esponenziale degli intrioti pubblicitari negli ultimi 5 anni.
Sul web, alla fine ha vinto il modello della televisione commerciale: contenuti gratuiti per gli utenti in cambio di pubblicità. All'affermarsi di questo modello feed-back ha contribuito la diffusione della banda larga con gli abbonamenti flat e la progressiva alfabetizzazione digitale della popolazione con il conseguente incremento degli utenti web.
Così anche il prestigioso Nyt ha dovuto rivedere le proprie strategie di business riconoscendo che si guadagna di meno a far pagare i contenuti che non ad aprire gratuitamente il sito supportandolo con la pubblicità. In questa direzione va anche la scelta di rendere gratuito l'accesso all'archivio del giornale.
I tempi cambiano ... "Crediamo che rendendo disponibili tutti i nostri contenuti e milioni di nuovi documenti possa creare un flusso di ricavi che supererà quello provenienti dalle sottoscrizioni", ha detto il vicepresidente del sito Vivian Schiller. I 227.000 abbonati paganti al sito generavano ricavi per circa 10 milioni di dollari l'anno. Trovare modelli per aumentare i ricavi derivati dal servizio online è fondamentale per il Nyt come per tutti gli altri quotidiani, che devono lottare contro un calo della pubblicità e degli abbonamenti causati anche dal fatto che sempre più lettori leggono le notizie su internet. L'equazione al momento sembra essere: più visitatori hai sul sito, più puoi vendere pubblicità.

lunedì 17 settembre 2007

Treo 500 v Palm il ritorno

Smartphone (no touchscreen) dal design rinnovato più sottile e leggero rispetto al Treo 750, tastiera Qwerty integrata, facilità d'uso e ergonomia.
3G, fotocamera da 2 megapixel, 150 megabyte di memoria espandibile con slot esterne microSD.
Il suo sistema operativo è Windows Mobile 6.0 con Office mobile ma attenzione al momento è possibile solo aprire e modificare documenti Word ed Excel ma non crearli e Messenger con istant messanging.
Connettività Bluetooth e Irda, ma non wifi che è la sua più grave carenza, forse un' espansione a fine anno risolverà la mancanza.
Sarà disponibile da ottobre brandizzato però solo da Vodafone fino alla fine di gennaio 2008 con diverse possibilità di acquisto.

BlackBerry ora anche navigatore Gps

BlackBerry con il Gps: il navigatore satellitare ha però le mappe che arrivano dalla rete cellulare di Vodafone. La nuova creatura di Research In Motion (Rim) si inserisce nell'affollata e ipercompetitiva arena degli smartphone evoluti con tastiera estesa si chiama Curve 8310.

Dotato di un ricevitore Gps integrato e una fotocamera da due megapixel all'interno di una cover elegante e sottile. Così la canadese Rim strizza ancora l'occhio agli utenti che desiderano un prodotto più consumer e divertente, basato comunque sulle ormai funzionali e note funzioni business tradizionali di Blackberry.
BlackBerry Curve 8310 è disponibile in Italia in esclusiva per i clienti Vodafone fino al 31 ottobre che potranno avvalersi di Vodafone Navigator.

Fornirà aggiornamenti continui sul traffico, indicazioni vocali, la possibilità di ricalcolare il percorso con un solo click per evitare gli ingorghi, una directory business con oltre dieci milioni di voci, contenuti addizionali quali aggiornamenti sulle condizioni meteo e mappe tridimensionali chiare e sintetiche.
BlackBerry Curve 8310 offre inoltre un media player con supporto per file Wma e Wmv, il Bluetooth 2.0 supporta l'audio stereo.

sabato 15 settembre 2007

A Google sono bastati 10 anni per rivoluzionare internet

Era il 15 settembre 1997 e nessuno se lo ricorda più ... Page e Brin crearono il motore di ricerca più famoso del pianeta oggi la loro società oggi vale 164 mila volte il capitale investito per avviarla.
Modesti non erano, neppure da ragazzi. Quando i due studenti ventenni di Stanford, Larry Page l'americano e Sergey Brin il russo, registrarono dal solito garage in California il buffo nome della loro aziendina, "Google. com" il 15 settembre di dieci anni or sono, il "mission statement", l'obbiettivo dichiarato era questo: "Organizzare la conoscenza del mondo intero e renderla accessibile a tutti". Modestamente.

Un Dio geloso avrebbe potuto offendersi molto per lo sfacciato tentativo di ricostruire la Torre di Babele, renderla questa volta accessibile a tutti e farli secchi. Ma quel giorno di settembre di 10 anni or sono, l'Onnipotente doveva essere di buon umore, perché li lasciò fare e dovette anche benedirli. Un decennio più tardi, "Google" è la terza religione del mondo, dopo l'Islam e il Cristianesimo, con 600 milioni di fedeli al giorno che si inginocchiano davanti al suo altare del sapere infinito dischiuso sul monitor del Pc dal meccanismo di ricerca, l'algoritmo, inventato da quei due. E il milione di dollari prestato ai due ventiquattrenni da lungimiranti finanzieri di ventura per fondarla è diventato, sul mercato azionario, 164 miliardi di dollari. Più del prodotto interno lordo di 170 nazioni.

Non c'è al mondo, neppure nella Cina dei miracoli abbaglianti, una società, una banca, un'azienda, che sia cresciuta tanto, in così poco tempo e negli anni dell'uragano catastrofico che sembrò travolgere il brodo primordiale della nuova economia: 164 mila volte il capitale iniziale. E se ancora Page e Brin, i due profeti della nuova Babele comprensibile, non hanno ancora raggiunto le dimensioni della Microsoft di Bill Gates che controlla il funzionamento del 90% dei personal computers del mondo attraverso il proprio sistema operativo Windows, la "Google" è il cuore di Internet e la sua crescita è mostruosa.

Alla fine del 2001, il volume di incassi era appena di 86 milioni di dollari. Alla fine del 2006 cinque anni dopo, era a 6 mila e 500 milioni di dollari, sei miliardi e mezzo. Sul fatto che i due soci fondatori, ciascuno dei quali si assegna uno stipendio da impiegato di banca, di 40 mila dollari lordi l'anno, ma che ha nel portafoglio titoli per oltre 20 miliardi, abbiano qualche benigno complesso di Dio, è ovvio. Non soltanto nelle loro parole, ma nell'atmosfera conventuale, da chiostro benedettino high tech, palpabile nella loro sede di Menlo Park a Palo Alto, sotto San Francisco.

Nell'ora, labora et programma del monastero, dove i monaci e le monache di internet scivolano via nel silenzio increspato soltanto da fruscii e dagli occasionali bip-bip dei computers, si mangia insieme, si gioca insieme, si ricerca insieme, ci si fanno tagliare i capelli e otturare le carie insieme, nei furgoni mobili di tonsori, dentisti e laboratori mobili per analisi mediche che parcheggiano fuori dal "campus". Tutto è trasparente, nella Babele di cristalli, perché tutti possano vedere tutto, anche Brin e Page che giocano con le automobiline radiocomandante e le riprogrammano, nei momenti di paeua dalla fatica di essere "buoni". Perché l'altro motto centrale di Google è "Noi non facciamo il Male".

Non deliberatamente, forse, ma quando si diventa il Tirannosaurus fra le lucertole, qualche spavento si provoca. Google, che è la rappresentazione di una formula matematica, (Page è figlio di un professore universitario di matematica) ha divorato oltre il 50% di tutte le richieste e le ricerche via Internet ed è stato ormai canonizzato in un verbo, "to google". Pesa come una spada sulla testa di politici che citano fatti sbagliati o a sproposito, perché nei millisecondi necessari per "google", per compiere una ricerca nell'universo dello scibile, le loro panzane, i loro precedenti imbarazzanti e le loro contraddizioni saranno illuminati.

Divora concorrenti o altre creature del mondo Internet, come quella YouTube, l'archivio video globale, che l'anno scorso inghiottì per 1 miliardo e 600 milioni. Un boccone per Brin e Page che hanno disponibili 8 miliardi di dollari pronta cassa, da spendere come e dove vogliono. Hanno rastrellato, in quelle loro pagine apparentemente umili e senza fronzoli, su fondo bianco, senza irritanti santini danzanti od odiosi "pop up" interstiziali, ormai l'80% dei 40 miliardi di dollari investiti su Internet dalla pubblicità e le grandi network televisive, ormai i piccoli dinosauri, tremano.

Il popolo di Madison Avenue, che piazza gli annunci a caro prezzo per essere i primi nella lista degli inserzionisti, sa che la pubblcità sistemata lì, raggiunge esattamente i contatti, i clienti potenziali, e dai "click", dalle risposte degli utenti sa quanti l'abbiano vista davvero. L'opposto della dispendiosa forma di pubblicità a pioggia fatta dalle televisioni, dove si tenta di allagare un'intera nazione, nella speranza di trovare un assetato.

E nel monastero del nuovo Dio, tutti 13 mila dipendenti devono, per contratto, dedicare almeno il 20% del proprio tempo a farsi venire idee nuove. Nacquero così la mappe geografiche e le immagini satellitari, la posta elettronica gratuita, l'idea folle e magnifica di catalogare e mettere a disposizione tutti i libri esistenti al mondo, che ha sollevato le reazioni inviperite di molti editori e, ora, nell'ultima e più luciferina delle tentazioni, l'offerta di 30 milioni di dollari al primo uomo che spedirà un robot sulla Luna con mezzi privati e rimanderà immagini continue del nostro satellite, naturalmente via Google.

E infatti persino la Nasa, la sussiegosa ma squattrinata ex signora dello spazio, ha dovuto cercare l'alleanza di Brin e Page e firmare un accordo per utilizzare la loro tecnologia nella elaborazione dei dati. L'agenzia che portò l'America nello spazio, deve tornare sulla terra e inchinarsi a un immigrato russo e a un ex studente.

Storia americana, dunque, dal garage di papà alla Luna. Storia della genialità di due giovani e della disponibilità di capitali di ventura per rendere possibili i loro progetti, sapendo che finanziando cento cavalli, basta che uno arrivi, per remunerare sontuosamente il rischio. Ed ennesima parabola della ambizione umana, quella che neppure la distruzione della Torre di Babele è mai riuscita fermare.

Un classico della fantascienza raccontava, 40 anni or sono, di un nuovo supercomputer assoluto, che raccoglieva in sé tutta la conoscenza umana, attorno al quale capi di Stato e leader religiosi si raccolsero per rivolgergli la domanda alla quale nessuno aveva mai saputo rispondere: "Dio, c'è?" gli chiesero trepidanti. "Sì, ADESSO c'è" rispose Lui. Oggi conosciamo anche il nome. Google.

di Vittorio Zucconi

venerdì 14 settembre 2007

Wii la console più venduta del pianeta

La Wii di Nintendo è ufficialmente diventata la console di ultima generazione più venduta del pianeta, in luglio le vendite di Wii nel mondo hanno toccato quota 9 milioni, un numero superiore, seppur di poco, alle 8.9 milioni di Xbox 360 commercializzate da Microsoft. Molto lontana, invece, la Playstation 3 di Sony, che si è attestata a 3,7 milioni di esemplari. Il risultato ottenuto dalla innovativa console della casa di Kyoto appare ancora più straordinario se si considera che le 9 milioni di unità sono state vendute a partire dal novembre 2006 (lo stesso periodo di lancio della PS3), mentre le quasi 9 milioni di Xbox 360 sono state commercializzate in 2 anni: la XBox 360 è stata infatti lanciata nel novembre 2005.
Le ragioni del successo di Wii, secondo la rivista Financial Times, sono: la console di Nintendo è molto più economica, in Italia costa circa 249 euro, offre una serie di titoli di grande successo (Wii Ssports, Brain Age, Pokemon, Mario, Nintendogs) e presenta una forte base di utenti in Giappone, mercato chiave del mondo dei videogiochi. Le avversarie, costrette a inseguire, hanno provato senza successo ad agire sulla leva del prezzo: prima Sony ha abbassato di 100 dollari il costo della PS3 in Nord America (sceso a 499 dollari) e successivamente anche Microsoft ha ribassato di 50 euro la Xbox 360 (350 euro). Difficile capire se queste mosse alla lunga possano riuscire ad invertire la tendenza: gli ultimi dati di agosto sembravano aver mostrato una lieve rimonta della PS3, che in Giappone aveva ridotto il suo gap dalla Wii. Ma da un recente studio on line segnala come la console Nintendo abbia ancora un appeal superiore rispetto alle concorrenti. Nel sondaggio, condotto da BrandIntel su un campione di 400mila persone, la Wii riceve infatti il più alto livello di apprezzamento, seguita dalla Xbox 360 (che tiene bene tra i giocatori appassionati), mentre la PS3 è vista più negativamente sia per la sua non eccelsa offerta di giochi che per il prezzo troppo elevato.

giovedì 13 settembre 2007

Non scherzare con le password

Non usare la stessa password per account diversi. Se un hacker la dovesse scoprire, tutti gli account per i quali utilizzi quella password potrebbero essere compromessi.

Cambiale tue password frequentemente e non riutilizzare password già usate.

Impara a creare password efficienti o “pass-phrase” per aumentare il livello di sicurezza. Un metodo semplice consiste nel creare una frase e utilizzare la prima lettera di ciascuna parola, sostituendo alcune lettere con simboli di punteggiatura.

Non prendere mai nota dei tuoi nomi utente e delle password; non inviare mai le tue password tramite e-mail; non divulgare mai le password a terzi.

Le password definite efficienti sono lunghe almeno 8 caratteri, utilizzano una combinazione di lettere maiuscole e minuscole, numeri e caratteri speciali, e inoltre non comprendono “parole reali” che è possibile trovare nel dizionario.
Se uso una password, tutte le mie transazioni sono protette?
Quando usi il tuo laptop in uno “Hot Spot” Wi-Fi oppure utilizzi un computer in un Internet cafè devi evitare di effettuare operazioni che richiedano l'immissione di un nome utente e di una password (come per i servizi bancari o lo shopping on-line): i tuoi nomi utente, le password e/o i numeri di carta di credito o di account potrebbero essere intercettati sulla rete wireless o tramite programmi che registrano le sequenze dei tasti.
Se non posso prendere nota delle password, come posso ricordarle tutte?
È consigliata la creazione di password facili da ricordare. Ma poiché hai bisogno di una password diversa per ogni account on-line, potresti facilmente fare confusione. Sono disponibili strumenti software di gestione delle password e siti Web che ti consentono di salvare e crittografare i tuoi nomi utente e le password.

Non usare computer pubblici o account Wi-Fi non protetti per accedere a conti bancari o per utilizzare altri dati personali che desideri mantenere segreti. I computer pubblici possono essere infettati da programmi che registrano le sequenze dei tasti e inoltre è facile usare “sniffer” (programmi per l'ascolto del traffico della rete) nelle reti Wi-Fi pubbliche.

mercoledì 12 settembre 2007

Riepilogo dei bollettini Microsoft sulla sicurezza - Settembre 2007

L'11 settembre, Microsoft ha rilasciato quattro aggiornamenti per la protezione che risolvono le vulnerabilità in Windows, Visual Studio, MSN Messenger e Windows Live Messenger.

MS07-051 - risolve una vulnerabilità in Windows (KB 938827)
Questo aggiornamento per la protezione di livello critico risolve una vulnerabilità segnalata privatamente a Microsoft. In Microsoft Agent esiste una vulnerabilità legata all'esecuzione di codice in modalità remota causata dal modo in cui vengono gestiti alcuni URL appositamente predisposti. Tale vulnerabilità può consentire a un utente malintenzionato di eseguire codice in modalità remota su un sistema interessato. Gli utenti con account configurati in modo da disporre solo di diritti limitati sono esposti all'attacco in misura inferiore rispetto a quelli che operano con privilegi di amministrazione.

MS07-052 - risolve una vulnerabilità in Visual Studio (KB 941522)
Questo aggiornamento importante per la protezione risolve una vulnerabilità divulgata pubblicamente. Questa vulnerabilità può consentire l'esecuzione di codice in modalità remota se un utente apre un file RPT appositamente predisposto. Gli utenti con account configurati in modo da disporre solo di diritti limitati sono esposti all'attacco in misura inferiore rispetto a quelli che operano con privilegi di amministrazione.

MS07-053 - risolve una vulnerabilità in Windows (KB 939778)
Questo aggiornamento per la protezione di livello importante risolve una vulnerabilità segnalata pubblicamente a Microsoft. In Windows Services for UNIX 3.0, Windows Services for UNIX 3.5 e Subsystem for UNIX-based Applications nei quali sono in esecuzione determinati file binari setuid esiste una vulnerabilità che può consentire a un utente malintenzionato di acquisire privilegi più elevati.

MS07-054 - risolve una vulnerabilità in MSN Messenger e Windows Live Messenger (KB 942099)
Questo aggiornamento per la protezione risolve una vulnerabilità divulgata pubblicamente in MSN Messenger e Windows Live Messenger. La vulnerabilità può consentire l'esecuzione di codice in modalità remota quando un utente accetta un invito di chat video da un utente malintenzionato. Sfruttando questa vulnerabilità, un utente malintenzionato potrebbe assumere pieno controllo del sistema interessato. Gli utenti con account configurati in modo da disporre solo di diritti limitati sono esposti all'attacco in misura inferiore rispetto a quelli che operano con privilegi di amministrazione.

Norton presenta Internet Security e Antivirus 2008

Symantec Corp. ha annunciato Norton Internet Security 2008 e Norton Antivirus 2008. Le due soluzioni sono state arricchite di funzionalita' avanzate contro le minacce online, inclusi gli attacchi che possono celarsi dietro i download da Internet. Norton Internet Security 2008 integra Norton Identity Safe per salvaguardare l'identita' degli utenti nel momento in cui effettuano acquisti o transazioni online. Symantec ha ottimizzato ciascuno dei due prodotti per migliorarne le prestazioni e assicurare un supporto tecnico piu' efficace. Entrambi i prodotti integrano la tecnologia SONAR per il monitoraggio dei comportamenti, in grado di individuare eventuali infezioni anche prima della definizione di virus e spyware.
Tra le novità le migliori prestazioni complessive e l'impostazione ottimizzata del prodotto con migliori tempi di scansione rispetto alle versione precedenti e ridotto impatto sull'avvio del sistema e l'utilizzo delle risorse durante le varie operazioni.
Il monitoraggio della sicurezza di rete controlla lo stato della sicurezza della rete wireless, mappa i dispositivi connessi e fornisce un consiglio professionale sulla gestione delle impostazioni di protezione della rete.
Norton™ Identity Safe che memorizza e crittografa le tue password e altri dati riservati, compilandoli automaticamente su richiesta per risparmiare tempo e li protegge dall'intercettazione da parte dei programmi che rilevano ciò che viene digitato sulla tastiera.
Trust Control invece ottimizza automaticamente le tue impostazioni di protezione del computer in base al tipo di rete a cui è connesso: cablata o wireless, pubblica o privata.

martedì 11 settembre 2007

Firefox, 400 milioni di download. Così l'open source minaccia Explorer

Firefox festeggia. Il browser open source della Mozilla Foundation è stato scaricato 400 milioni di volte ed è al momento utilizzato dal 14,54% degli utenti di internet (nel 2005 non raggiungeva neanche il 9%). Un risultato straordinario per il giovane browser - nato nel 2004 - che continua a guadagnare consensi e a minacciare il dominio di Internet explorer che da parte sua detiene il 78,67% del mercato. In questi giorni Firefox è scaricato in media 500 mila volte al giorno.

Forte il radicamento in Europa. Secondo il dati diffusi da XiTi Monitor, Firefox avrebbe in pugno il 28% del mercato europeo. L'anno scorso si era fermato al 21%. Quindi, in appena un anno, nel vecchio continente, ha sottratto sei punti percentuali al browser Microsoft. L'Italia è in media con i dati mondiali, il dato si attesta infatti intorno al 14%. Ma gli utenti italiani che scelgono Firefox sono in costante aumento.

Nel 2005 i download erano 100 milioni. Appena due anni fa i supporter di Firefox avevano annunciato i 100 milioni di download e oggi si ritrovano a celebrare un risultato che supera anche le più rosee aspettative. "Nemmeno le più potenti aziende al mondo possono impedire alla gente di avere un'esperienza di navigazione migliore, più sicura e più veloce", si legge su spreadfirefox.com. Addirittura, secondo le statistiche diffuse da alcune società, in paesi come Slovenia e Finlandia il browser di Mozilla Foundation starebbe per raggiungere il 50% della diffusione tra gli utenti. Dati che fanno riflettere dato che la prima versione del browser, Firefox 1.0, è stata rilasciata appena nel 2004, dopo un paio d'anni di test.

Dubbi sulla sicurezza. Non tutti sono però convinti della qualità di navigazione offerta dal browser della "volpe di fuoco". Due ricercatori, Billy Rios e Nate McFeeters, sono convinti del fatto che le vulnerabilità che affliggevano la vecchia versione di Firefox siano ancora oggi presenti nel browser e che siano allo stesso modo pericolose per gli utenti. Un problema che consentirebbe a un malintenzionato di rubare dei dati senza che l'utente sappia nulla. Rios e McFeeters non hanno voluto rilasciare maggiori informazioni a riguardo in quanto hanno creduto fosse più corretto avvertire il team di sicurezza di Mozilla ed eventualmente aiutarli a risolvere i problemi.

Il futuro. Gli autori di Firefox restano ottimismi e ripongono molte speranze nella prossima versione 3 del programma, nome in codice "Gran Paradiso", le cui prime beta dovrebbero essere rilasciate entro la fine dell'anno. Al di là di qualche incidente di percorso, i popolo dell'open source crede quindi fortemente nel suo browser e si dichiara entusiasta delle possibilità di navigazione offerte e del successo che riscuote. Un risultato ancora più apprezzabile alla luce del fatto che fino a pochi anni fa si riteneva impensabile che avrebbe rappresentato una valida alternativa al browser di Microsoft.

lunedì 10 settembre 2007

Palmari: Hp allarga la famiglia iPaq

Cinque nuovi device, altrettanti software inediti e servizi innovativi sono i protagonisti del maggiore ampliamento della linea iPaq fin qui effettuato da Hp. Il lancio è avvenuto nel corso di un evento organizzato per presentare la nuova strategia di Hewlett Packard nel personal computing consumer e business. I nuovi prodotti saranno presto annunciati anche in Europa. I prezzi qui indicati sono quelli per il mercato americano. I device nuovi di zecca sono due Pda (personal digital assistant), un navigatore palmare e due smartphone Umts, rispettivamente con funzionalità spinte di navigazione Gps e di messaggistica.
Cominciamo dall’iPaq 100 Series Classic Handheld. Si tratta di un Pda dallo spessore di appena 13 millimetri, che offre un compromesso tra economicità (il prezzo negli Stati Uniti è di 299 dollari), comfort, design rinnovato e disponibilità di software. Il Pda utilizza si basa su sistema operativo Window Mobile 6 e offre connettività Wi-Fi e Bluetooth. Il prodotto ha anche funzionalità di riproduttore di file video e musicali, permettendo così all’utente di affiancare al cellulare solo un altro dispositivo per la produttività individuale e l’intrattenimento. iPaq 200 Series Enterprise Handheld è invece il nuovo Pda più specificatamente rivolto all’utenza aziendale (prezzo a partire da 399 dollari), caratterizzato da un display da 4 pollici. Il monitor consente la visualizzazione sia widescreen sia portrait ed usa una tecnologia Vga, che lo rende particolarmente adatto sia alla navigazione Web sia all’utilizzo di software aziendali. L’iPaq 200 è pensato per far girare applicazioni business, in particolare di Crm (gestione relazioni con i clienti) e di supply chain management (gestione della logistica). Con una scheda opzionale può essere usato come uno scanner di codice a barre. Grazie al supporto Wi-Fi si trasforma anche in un terminale VoIp per le comunicazioni aziendali. «Con questo Pda», spiega Alberto Bozzo, vice presidente e general manager per la regione Emea del Personal Systems Group prodotti commerciali di Hp, «abbiamo introdotto la possibilità di completa personalizzazione da parte di terze parti. Del resto, oggi i Pda sono un mercato in declino per quanto riguarda l’utenza consumer (che si orientano agli smartphone, che integrano telefonia, messaggistica e entertainment, ndr), ma che offre ancora interessanti opportunità per le applicazioni enterprise. Pensiamo ad esempio alle aziende che hanno molte persone impiegate nell’assistenza sul campo, come i produttori di ascensori. Oppure i produttori e distributori di prodotti di largo consumo che utilizzano applicazioni di sales force automation (Sfa)».
Dispositivi e servizi Web La risoluzione video – definita di “livello Dvd” – è il punto di forza dell’ iPaq 300 Series Travel Companion, un navigatore satellitare palmare con uno schermo da 4,3 pollici widescreen. Prezzo: 399 dollari. Il Travel Companion viene presentato come il primo prodotto del suo genere a supportare la visualizzazione di mappe stradali in 3D oltre a garantire un accesso più rapido ai dati Gps. Il device può essere connesso al telefonino via Bluetooth. Anche il Travel Companion può essere utilizzato come potente riproduttore di file musicali mp3, di video e foto. Hp ha annunciato, per la fine della stagione, il debutto di un portale Web che aiuterà gli utenti a personalizzare i propri itinerari e fornirà servizi di tipo “location based”. Anche l’iPaq 300 Series, oltre a tutti gli altri nuovi device Hp dotati di funzionalità di navigazione, potranno sfruttare questo servizio. L’iPaq 600 Series Business Navigator (costo: 599 dollari) è invece uno smartphine che integra le funzionalità di navigatore satellitare alle funzionalità di un cellulare Umts/Hsdpa. Nel mirino ci sono gli utenti che possono trarre vantaggio da un’unica tecnologia per comunicare e accedere a mappe: per esempio i tassisti. Il Business Navigator permette di fare tutte queste cose con una mano sola. La tastiera include, oltre a 12 tasti, una rotellina sensibile al tatto per navigare nello schermo un po’ come avviene utilizzando gli iPod di Apple. L’iPaq 900 Series Business Messenger è la risposta di Hp alla diffusione che sta avendo il Blackberry, l’handheld con funzionalità di messaggistica, telefonia e produttività di Rim. Anche il prodotto di Hp ha una tastiera Qwerty ma, invece di utilizzare una piattaforma di messaging proprietaria come il Blackberry, si basa su tecnologie Microsoft e standard Internet.
Entrambi i due telefonini intelligenti permettono la navigazione Gps, integrano il software Google Maps Mobile, dispongono di connettività Wi-Fi e possono, quindi, anche essere usati come terminali VoIp. Collegati via cavo a un notebook, grazie al software Hp Device Connect si trasformano in interfacce per l’accesso ad alta velocità a Internet wireless. Oltre che come produttore di hardware, Hp si presenta come sviluppatore si applicazioni ed erogatore di servizi per il mercato del business mobile. «Abbiamo trent’anni alle spalle come fornitori delle aziende di telecomunicazioni», ha ricordato un manager della divisione prodotti mobile. Su questa base l’azienda di Palo Alto ha sviluppato software per la configurazione di flotte di dispositivi, l’asset management e la sicurezza. «Ogni mese oltre diecimila device mobile vengono dimenticati sui taxi di New York», ha raccontato un manager di Hp. «Pensate al rischio che corrono i dati aziendali memorizzati su questi dispositivi. Con la nostra Enterprise Mobility Suite gli It manager possono bloccare e sbloccare da remoto l’utilizzo dei Pda». Bozzo ha spiegato che questa ondata di nuovi prodotti mobile sarà seguita da una seconda intorno alla primavera del prossimo anno. Allora si vedrà più nettamente, anche su questa categoria di prodotti, l’impatto della nuova strategia per il personal computing di Hp, che punta molto sul design e sul “connected digital lifestyle”. I prossimi handeld strizzeranno ancora di più l’occhio all’utenza consumer. I concorrenti sono avvertiti.

Più internet e meno tv: così cambiano le abitudini dei consumatori

Una persona su cinque passa sei ore davanti allo schermo del pc a navigare su internet, mentre tre su cinque lo fanno da una a quattro ore: non per lavoro, ma «a scopo personale». Secondo un'indagine condotta da Ibm in Usa, Australia, Gran Bretagna, Germania e Giappone sulle abitudini dei consumatori, ormai il tempo che la popolazione passa navigando on line supera di gran lunga quello dedicato alla cara vecchia televisione. Solo il 9% degli intervistati guarda la tv per sei ore al giorno, contro il 19% degli "internauti", la percentuale si alza notevolemente per l'intervallo di tempo da una a quattro ore: preferisce la compagnia della televisione il 66%, ma i devoti di internet sono il 60%.

Più internet e meno tv, dunque: per informarsi e guardare contenuti video gli utenti si siedono davanti al computer, cercano on line o utilizzano supporti mobili multimediali - coi cellulari di ultima generazione in prima fila - mentre perde appeal la trasmissione via cavo o satellitare.

Sempre secondo la ricerca, l'81% dei consumatori interpellati vede già - o sarebbe pronta a farlo - contenuti video sul pc. Il 23% lo fa utilizzando gadget portatili multimediali. Il 18% ha un abbonamento ad un quotidiano on line. La conoscenza, l'informazione, insieme alle occasioni di svago e a molte esperienze culturali, viaggiano ormai sulla rete: «Internet sta diventando la principale fonte di entertainment del pubblico - ha commentato Saul Berman, di Imb Media & Entertainment Strategy - e soprattutto tra i consumatori dai 18 ai 34 anni la televisione sta perdendo terreno a favore del telefono cellulare e del pc».

In molti hanno già lasciato la televisione per tuffarsi nel mondo di internet e delle sue innumerevoli possibilità. Il 9% degli inglesi e degli australiani insieme al 7% degli statunitensi hanno pubblicato sul web contenuti videouser generated. Una fetta tra il 20 e il 35% degli intervistati ha inoltre dichiarato di contribuire ai siti di social networking. La motivazione non è legata a scopi di lucro, ma soprattutto per spirito di comunità e ricerca. Così la tv perde utenti, mentre li acquistano YouTube, MySpace, Facebook.

Il cambiamento nelle abitudini dei consumatori ha incidenza sul mondo della pubblicità legata ai contenuti video e di informazione. Secondo Ibm non è più pensabile di sottovalutare il fenomeno: le agenzie di pubblicità dovranno diventare veicolo di notizie per utenti abituati alla multimedialità e all'interattività. Bill Battino, del settore comunicazione di Ibm Global Business Services, non ha dubbi: «Gli operatori dei media e dell'entertainment dovranno trovare strade più efficaci per diffondere messaggi pubblicitari permission based e relativi servizi di rating basati sul feedback dei consumatori». La strada del marketing one to one è segnata.
di Sara Deganello

giovedì 6 settembre 2007

Apple rilancia di tutto di più ...

«È una delle sette meraviglie del mondo, non è incredibile?». Steve Jobs, in jeans, scarpe da jogger e bottiglia d'acqua in mano, sul palco ieri sera sembrava un televenditore entusiasta a caccia di acquirenti più che il grande capo della potente Apple. Ma non c'è dubbio che la nuova gamma di iPod che Jobs ha lanciato in videoconferenza dalla California con Londra susciterà i desideri di milioni di appassionati più o meno giovani nei 22 Paesi (compresa l'Italia) in cui sbarcherà alla fine di questa settimana.
Per la nuova famiglia di iPod nuove funzionalità per il music store digitale iTunes. Un particolare di non poco conto. «Su iTunes abbiamo venduto 3 miliardi di canzoni finora, la rivoluzione della musica è iniziata: oggi nel 32% viene ascoltata in formato digitale, non su cd». La novità più rilevante e l'introduzione del nuovo iPod touch, un nuovo lettore che presenta la stessa interfaccia touch screen del tanto celebrato iPhone, telefono della Apple appena lanciato negli Stati Uniti. È sottilissimo, appena 8 millimetri. Bastano i movimenti delle dita per scegliere le canzoni da ascoltare o i video da vedere. Altra novità: è il primo iPod dotato di connettività senza fili wi-fi. Con il browser Safari installato è possibile la navigazione su internet in mobilità, effettuare le ricerche con Google o Yahoo! e vedere i video su YouTube, il più celebre sito di condivisione di video. Non solo, sul prodotto è già installato l'applicativo iTunes wi-fi Music Store, per scaricare musica e video direttamente sull'iPod.La parola video è tornata più volte nelle parole di Jobs. Ad esempio quando ha annunciato la possibilità di riprodurre filmati del nuovo iPod nano, il più popolare della famiglia. Il nuovo modello ha uno schermo più grande di 5 centimetri e una risoluzione di 204 pixel. È sottilissimo, ma permette di vedere video musicali, film, videopodcast con una notevole qualità. È chiaro l'obiettivo di Apple di allargare l'utilizzo dell'accoppiata iTunes/ iPhone oltre la musica, spingendo sul video.
I nuovi iPod sono nati per i filmati, con schermi grandi, ottima risoluzione e molta capacità di memoria. Il nuovo iPod classico esce in due versioni, da 80 e 160 Gb. «Vuol dire potersi mettere in tasca 40mila brani musicali e 200 video», ha detto orgoglioso Steve Jobs, annunciando infine che il prezzo dell'iPhone da 8 Gb scenderà da 599 dollari a 399 dollari.

Ad un mese ormai e più precisamente il 7 agosto Steve Jobs, il fondatore e Ceo della Mela, ha lanciato la nuova famiglia dei computer fissi iMac, che per certi aspetti - prezzi aggressivi, processori Intel, etc. - ribadiscono l'approdo agli standard più diffusi del personal computing, ma per altri - design elegante e "all in one", robustezza, ecocompatibilità - riconfermano la vocazione rivoluzionaria della casa di Cupertino. I nuovi iMac si caratterizzano per l'uso di monitor widescreen Lcd con vetro antigraffio da 20 e 24 pollici e di processori Intel Core 2 Duo da 2,0 e 2,4 GHz. Sul sito di e-commerce Apple Store o nella grande distribuzione o nei negazi specializzati Apple, gli utenti possono acquistare due modelli di iMac con schermo 20" e uno con display da 24". I due con monitor 20" sono proposti con processori da 2,0 GHz (prezzo:1.199 euro Iva inclusa) o 2,4 GHz (1.449 euro). Entrambi hanno una memoria Ddr2 Sdram a 667 MHz da 1 GB espandibile fino a 4 GB, unità ottica con supporto multi-layer, videocamera iSight per videoconferenze integrata, scheda wireless con protocollo 802.11n (molto più veloce e con più ampia copertura del più diffuso 802.11g), connettività Bluetooth 2.0+Edr, uscita Mini Dvi, casse stereo e microfono integrati, tastiera innovativa in alluminio ultrasottile, puntatore Mighty Mouse e telecomando a infrarossi Apple Remote.
I due modelli con il monitor più piccolo si differenziano per le schede video e l'hard disk pre-integrati. Quello con processore da 2,0 GHz ospita una scheda grafica scheda grafica Ati Radeon Hd 2400 Xt con 128MB di memoria Gddr3, mentre quello con Cpu da 2,4 MHz monta una graphic board Ati Radeon Hd 2600 Pro con 256MB di memoria Gddr3. Il primo dispone di un disco rigido Serial Ata da 250 GB a 7200 rpm, mentre quello del secondo modello ha una capacità di 320 GB.
Per gli utenti più esigenti, l'iMac con display da 24 pollici (1.749 euro Iva inclusa) offre in più - rispetto ai precedenti - anche un processore da 2,4 GHz, mentre la scheda grafica è la Ati Radeon He 2600 Pro e il disco rigido è da 320 GB. Upgrade disponibili online
Chi acquista l'iMac da 24" in modalita Bto (build-to-order) sul sito Apple Store, può richiedere, come opzione, il montaggio di un processore Intel Core 2 Duo da 2,8 GHz e l'espanzione della Ram a 4 GB e del disco rigido fino a 1 terabite (1.000 gigabyte). Per i modelli da 20" sono proposte, invece, solo le espansioni di memoria Ram fino a 4 GB e di quella fissa fino a 500 GB. Per tutti i modelli sono disponili opzioni hardware e software quali la nuova tastiera Apple wireless (da fine agosto) con Mighty Mouse wireless; l'access point AirPort Express® e AirPort Extreme (ora con Gigabit Ethernet); l’AppleCare Protection Plan; e copie preinstallate di iWork™ ’08, Logic® Express 7, Final Cut® Express Hd 3.5 e Aperture 1.5.

Per l'utente del Web 2.0
Per tornare agli aspetti più rivoluzionali della nuova famiglia di desktop di Apple, si segnala l'adozione di un design minimalista ed elegante, con l'impiego di alluminio "professionale" che si sposa con parti in vetro antigraffio. Tutta la progettazione è all'insegna di quella semplicità che è sempre stata il pallino fisso di Steve Jobs. Tutto è integrato (compresi altoparlanti, microfono e videocamere) e offerto anche con connettività wireless (telecomando, mouse e - volendo - tastiera) per evitare le spiacevoli matasse di cavi che spesso ingombrano scrivanie e tavoli da salotto. Le parti utilizzate sono robuste, costruite con materiali riciclabili e la tecnologia è compatibile con i nuovi e severi requisiti richiesti dallo standard per l'ecosostenibilità Energy Star 4.0. Hardware (chip, schede grafiche, dischi rigidi), connettività (Wi-Fi 802.11n, Gigabit Ethernet, Bluetooth, 5 porte Usb più una porta FireWire da 400 MHz e una da 800 MHz) e software (il mitico sistema operativo Mac Os X versione 10.4.10 Tiger, che include Safari™, Mail, iCal®, iChat AV, Front Row e Photo Booth; inoltre è preintallata la suite di applicativi per la gestione di video, foto, musica e siti Web iLife '08) rendono questi desktop affidabili e ridondanti per gli utenti orientati al "digital lifestyle" e a quella generazione e fruizione di contenuti (foto, video, musica, blog etc.) che caratterizza il cosiddetto Web 2.0.

Anche le Poste nel mirino del phishing... Alcuni consigli ... per la sicurezza.

Segnaliamo che sta girando ormai da qualche settimana una mail indirizzata a tutti gli intestatari di un conto corrente Poste Italiane in cui si richiede di fornire i propri estremi di conto per consentire la manutenzione delle misure di sicurezza. Attenzione si tratta di una truffa! La frode viene realizzata attraverso l'invio di e-mail, contraffatte con la grafica e i loghi ufficiali di aziende e istituzioni, che invitano il destinatario a fornire informazioni, motivando tale richiesta con ragioni di natura tecnica. In presenza di richieste di questo tipo è opportuno informare immediatamente Poste Italiane inviando un'e-mail ainfo@poste.itRiportiamo il testo della mail incriminata:
"Caro Poste Italiane cliente ,
Eseguiamo attualmente la manutenzione regolare delle nostre misure di sicurezza. Il suo conto è stato scelto a caso per questa manutenzione, e lei sarà adesso portato attraverso una serie di pagine di verifica di identità.Per eseguire la manutenzione regolare per favore scatto qui Proteggere la sicurezza del suo Primo conto bancario di Scambio è il nostro interesse primario, e chiediamo scusa per qualunque inconvenienza che questo può causare
Per favore nota: Se facciamo no riceve la verifica di conto appropriata entro 24 ore, poi presumeremo che questo conto è fraudolento e sarà sospeso. Lo scopo di questa verifica è assicurare che il suo conto non è stato fraudolentamente usato e combattere la frode dalla nostra comunità.Banco Poste Italiane . Tutti i diritti hanno riservato."
L'osservatorio indipendente Anti-phishing Italia ha stilato un recente rapporto sull'andamento della truffa e definisce il fenomeno ancora in costante aumento, almeno nel nostro Paese. Solo nei primi mesi del 2007 sono stati registrati 225 casi di phishing con una media di 2,5 attacchi al giorno. Più nel dettaglio nel rapporto si dice che: con una crescita mensile del 91% a gennaio-febbraio e del 283% (febbraio-marzo), i primi tre mesi del 2007 superano i tentativi di phishing dello scorso anno, segnando un aumento del pericolo phishing del 1775%.
Il meccanismo è sempre lo stesso: il malcapitato si vede recapitare una mail da un istituto bancario che lo informa di problemi sul conto e fornisce un indirizzo web al quale andare per informazioni o per sistemare la cosa. Lo sprovveduto si troverà un sito che sembrando quello della sua banca lo induce in errore, mette password e codice credendo di accedere al servizio e invece suo malgrado ha fornito i suoi dati a truffatori che non esiteranno a utilizzarle per entrare sul conto corrente (quello vero) e fare ciò che vogliono. Il truffato fa così la figura del pesce e il nome del raggiro non è casuale...
I consigli suggeriti dalle associazioni consumatori contro gli attacchi di phishing:
1) Non rispondere mai a queste e-mail: nel dubbio, contattare la Banca o le poste che dichiarano di averVi inviato la comunicazione
2) Non utilizzare mai link riportati su messaggi email che sembrano puntare a servizi protetti da password in precedenza sottoscritti (banche, account di posta, qualsiasi cosa necessiti di autenticazione). Tutte le aziende più affidabili non richiederanno mai informazioni personali in un messaggio di posta elettronica. Se doveste ricevere un'email di questo tipo, ed aveste motivo di ritenere che sia autentica, contattate telefonicamente l'azienda che l'ha inviata per chiedere conferma.
3) Non inserire dati significativi in moduli o siti che non sono crittografati in SSL. Questo è verificabile controllando l'indirizzo del sito: gli indirizzi crittografati SSL iniziano con https:// invece di http://.
4) Tenere aggiornato il proprio browser. A volte questi attacchi sfruttano anche delle debolezze dei browser usati dagli utenti. Le ultime versioni dei browser più diffusi (Internet Explorer, Firefox, Opera) sono dotate di sistemi in grado di limitare l'impatto di queste truffe.
5) Controllare regolarmente gli estratti conto della banca e delle carte di credito.
6) Preservarsi da eventuali rischi utilizzando un browser alternativo rispetto a Internet Explorer (esempio: Firefox) o utilizzando programmi antidialer o una adsl.
7) Segnalare immediatamente eventuali casi sospetti.

mercoledì 5 settembre 2007

È reato vendere modifiche per le Playstation. PS3 diventa tv digitale, navigatore satellitare nella Psp

Playstation "intoccabili" anche prima del 2003. Mettere in commercio "chip" in grado di far leggere alla consolle della Sony videogiochi masterizzati era sicuramente reato, prima ancora che una legge lo prevedesse espressamente. Ne è convinta la Cassazione che, nella sentenza 33768 del 3 settembre, radica la perseguibilità penale di una simile condotta nell'originaria formulazione della disciplina del diritto d'autore. E' vero, dicono i giudici, che la legge 68/2003 ha posto rimedio al "deficit di tutela di consoles e della stessa Playstation offerto dalla precedente normativa" e che solo a seguito dell'innovazione legislativa i videogiochi sono diventati una categoria dotata di specifica protezione. Ma è altrettanto vero, spiegano i giudici, che a leggere bene il preesistente apparato repressivo, si poteva comunque individuare l'illegalità della vendita di componenti elettroniche in grado di "alterare" la normale funzionalità della famosissima postazione di gioco tv.
La sentenza sicuramente farà discutere operatori e addetti ai lavori e gli stessi supremi giudici si rendono conto che forse è arrivato il momento di affrontare la delicata questione dei "diritti digitali"; ma – come sottolinea la stessa Corte - non è il tribunale la sede opportuna per discutere e risolvere un problema che coinvolge rischi di posizione dominante e compressione della concorrenza.

Il gigante giapponese dell'elettronica di consumo, messa in seria difficoltà dal successo della consolle Wii lanciata dalla rivale Nintendo, ha annunciato alla Game Convention di Lipsia, aperta da giovedì 23 a domenica 26 agosto, una serie di novità multimedia per la sua PlayStation3 e per la portatile Psp.

Grazie al nuovo "tv tuner" PlayTv, la Ps3 potrà funzionare come un televisore ad alta definizione e registrare programmi anche mentre si guarda qualcos'altro. La casa nipponica ha poi raggiunto un accordo con la BSkyB di Rupert Murdoch. Il sistema di download, battezzato "Go!" sarà lanciato all'inizio del 2008 e ovviamente interesserà gli utenti residenti in Gran Bretagna e Irlanda. PlayTv, di cui non è stato ancora reso noto il prezzo, sarà dall'inizio del 2008 nei negozi di Gran Bretagna, Francia, Italia e Spagna.

Quanto alla PlayStation Portable sarà dotata di un sistema di navigazione satellitare Gps, ma potrà anche diventare uno schermo cinematografico tascabile proprio grazie al nuovo servizio di download. I progammi registrati su Ps3 saranno visibili in modalità remota, infatti, anche su Psp. Negli ultimi tre mesi la divisione PlayStation di Sony, che resta tuttora il più grande produttore di consolle per videogiochi, ha accusato perdite per 29 miliardi di yen. Messa sul mercato a fine novembre 2006 la Ps3 è stata surclassata in fatto di vendite da Wii con un rapporto di 2 a 1 negli Stati Uniti e 3 a 1 in Giappone.

La Game Convention (GC) di Lipsia si gioca con il Tokyo Game Show il titolo di manifestazione più grande del mondo nel settore dei videogiochi: nel 2006 ha registrato oltre 180mila visitatori e 367 espositori. Quest'anno sono attesi 200 mila "gamers" affamati di novità. Tra le chicche più gustose Halo 3, Mass Effect, Super Mario Galaxy, Metal Gear Solid 4, Pro Evolution Soccer 2008 e il suo rivale Fifa 08, Warhammer online.

Nuovi iPod, iPhone nano, Beatles... Cosa c'è nel cappello di Mr. Jobs?

I blog sono in fermento, i siti di tecnologia si affannano con le ipotesi più diverse, i giornali scommettono: cosa annuncerà Steve Jobs, il capo della Apple, mercoledì sera, quando al Moscone Center di San Francisco salirà sul palco per parlare ad una platea di giornalisti seduta davanti a lui o collegata via satellite dall'Europa? Dall'azienda di Cupertino non è sfuggita una sola notizia, come sempre, lasciando spazio ai "rumors" più diversi. Di sicuro, dato lo slogan "The beat goes on" che appare su gli inviti alla conferenza stampa, le novità dovrebbero riguardare l'iPod, il music player che domina il mercato dei lettori mp3 (con una quota di mercato che supera il 70 per cento) e che negli ultimi due anni ha avuto solo alcuni cambiamenti, cosa che non ha rallentato le vendite e il successo del lettore della Apple, visto che nei primi quattro mesi del 2007 ne sono stati venduti circa 21 milioni.

Le novità, comunque, dovrebbero essere sostanziali: secondo alcuni ci sarà l'aggiunta del video alle funzioni dell'iPod Nano, secondo altri è possibile che ai modelli superiori venga concessa la possibilità di scaricare i brani attraverso un collegamento wi-fi, molti pensano che l'innovazione dello schermo grande portata dall'iPhone spingerà la Apple a mettere sul mercato un iPod con lo schermo ugualmente grande, così come è possibile che anche i nuovi lettori possano essere equipaggiati con il sistema operativo OS X, la cui versione ridotta gira appunto sull'iPhone.

E proprio sull'iPhone si concentrano molte delle ipotesi, alcune delle quali suggeriscono ad esempio l'introduzione di un iPhone Nano, con un costo decisamente inferiore, ma anche di un restyling dell'iPod che porterebbe i player della Apple a essere delle versioni "senza telefono" dell'iPhone, con tanto di sistema "touch screen". Per il telefono, disponibile solo negli Stati Uniti e annunciato per i primi mesi del 2008 in Europa, l'azienda di Cupertino dovrebbe rendere disponibile una funzione in grado di trasformare le canzoni memorizzate in suonerie. Ma sono solo supposizioni, così come quella che vuole Jobs pronto ad annunciare l'attesissimo accordo tra la Apple e la Apple, ovvero tra lui e i Beatles, per rendere finalmente disponibile in forma digitale il catalogo musicale dei "Fab Four", fino a questo momento impossibile da scaricare legalmente.

Ci saranno, quindi, delle grandi novità, rese necessarie dalla sempre più agguerrita concorrenza che le altre aziende stanno facendo alla Apple per ridurne il dominio sul mercato e per impedire che prenda possesso anche di quello telefonico di fascia alta. La Nokia pochi giorni fa ha presentato i suoi nuovi prodotti e ha annunciato altri cellulari "simili" all'iPhone; la Sony ha giusto ieri presentato i suoi nuovi Walkman video; la Toshiba ha annunciato i lettori Gigabyte T con le funzioni wi-fi per scaricare direttamente la musica sul lettore senza utilizzare cavi. Il mercato, insomma, è in estremo movimento, anche sul fronte del download: la Sony ha chiuso il suo servizio Connect, mentre la Nokia sta per aprire il suo primo music store, così come Amazon, che vuole integrare il suo servizio di vendita di cd con un negozio on line, che dovrebbe aprire a metà settembre, per scaricare la musica.

lunedì 3 settembre 2007

Rivelazioni: Skype sviene sotto il solleone ecco i perchè

La più accreditata è che due giorni dopo Ferragosto, milioni di utenti che avrebbero voluto scambiarsi saluti via Internet senza spendere un soldo (o pagando poco) hanno dovuto ripiegare sui più costosi sistemi tradizionali. Già, perché per la prima volta nei suoi quattro anni di vita, il servizio VoIp (Voice over Ip) Skype (gratuito per le connessioni da pc a pc, e particolarmente economico per quelle da pc a telefoni tradizionali o cellulari) ha registrato il suo primo grande guasto a livello mondiale. Quella parte dei 5 milioni circa di utenti attivi (sugli oltre 200 milioni di registrati) che in quei giorni ha cercato di connettersi al network si è visto rifiutare il "log-in". Cosa stava succedendo? Inutile dire che hanno iniziato subito a fiorire le ipotesi di attacco da parte di hacker. I più informati di sicurezza informatica sapevano che nei giorni precedenti, su un sito russo, un utente anonimo aveva pubblicato un sistema per sfruttare una vulnerabilità nel software di Skype installato sui computer degli utenti. In realtà, in quelle prime ore, neppure i responsabili di Skype sapevano che pesci pigliare, al punto che, rispondendo al New York Times, alcuni ingegneri stessi di Skype avrebbero ammesso la possibilità che i problemi fossero da ricercarsi nel software scaricato dagli utenti: una versione opposta a quella ufficialmente fornita in seguito. Windows Update di mezza estate
Chi in quei giorni destinati al relax avesse utilizzato un pc, ricorderà che, al momento di spegnerlo, un certo giorno il computer ha segnalato l'esecuzione di un update di Windows piuttosto corposo. La maggior parte degli utenti hanno considerato i due fatti - eclissi di Skype e update-scocciatura - come indipendenti tra loro. Invece così non era. Secondo quanto Skype ha comunicato il 20 agosto sul sito heartbeat.skype.com (creato per tenere informato il pubblico sul ripristino del servizio ), il crash di Skype ha fatto seguito proprio al massiccio "riavvio" dei pc dopo l'aggiornamento del sistema operativo. Probabilmente questo è avvenuto perché la maggior parte degli utenti che usano frequentemente Skype hanno configurato questo software in modo che venga lanciato all'avvio del pc. Infatti, il 20 agosto, Skype ha rivelato spiegato che "il disservizio è stato innescato da un elevato numero di riavvii dei computer da parte dei nostri utenti in una brevissima finestra temporale". "Questo fatto" ha aggiunto, "si è sommato a una carenza di risorse peer-to-peer". Infine, la società acquisita nel 2005 da Ebay ha ammesso che "per la prima volta, non ha funzionato un meccanismo di "self healing" (autoriparazione) integrato nel sistema di gestione delle risorse P2p e basato su un algoritmo".
La spiegazione offerta a due giorni dal riavvio del servizio non ha soddisfatto tutti e ha provocato varie reazioni. Sui loro blog diversi esperti informatici hanno preso atto della smentita, da parte di Skype, circa un possibile attacco di tipo Dos (Denial of service) da parte di hacker: nessuno, cioè, avrebbe provocato in modo doloso un eccesso di contatti ai server di Skype al fine di provocarne il crash. Allo stesso tempo, però, non è passata inosservata l'assenza di commenti circa la notizia dell'"exploit" pubblicato sul sito russo. Inoltre, diversi osservatori hanno ironizzato sul riversamento della colpa dell'accaduto su Microsoft e sugli utenti, senza che però venisse spiegato in modo convincente perché la "reazione a catena" innescata dall'upgrade di Windows non sia avvenuto anche nei mesi e negli anni passati. In molti, quanto successo, ha incrinato la fiducia nel sistema VoIp gratuito o semi-gratuito. Skype tende a presentarsi come un servizio di comunicazione e collaborazione (ha integrato un sistema di instant messaging) concorrenziale con quelli dei tradizionali operatori (carrier) di telecomunicazioni. E fin qui ha dimostrato di poterlo essere. I servizi dei carrier si pagano e da ciò deriva il diritto, da parte degli utenti, di pretendere prestazioni inappuntabili. Il servizio di Skype è invece gratuito o quasi. Se ciò venisse addotto come giustificazione a un minore livello di affidabilità, allora sarebbe scorretto, da parte della società nata nella bolla di Internet, porsi allo stesso livello dei colossi delle Tlc. Se Skype, ora, vuole continuare a usare la gratuità o la convenienza come leve nella competizione contro i grandi carrier - fanno notare diversi esperti di It - deve pensare seriamente a prevenire episodi come quelli del 16-18 agosto. Un'architettura sotto osservazione
Il fatto che Skype abbia imputato quanto avvenuto al sistema algoritmico di gestione delle risorse peer-to-peer è grave, perché la società stessa ha messo in dubbio l'affidabilità della tecnologia fondamentale su cui si regge la propria architettura. La caratteristica del modello P2p, infatti, è quella di delegare il maggiore onere del supporto dei servizi alle risorse informatiche utilizzate dagli utenti. In altre parole, una società di servizi P2p risparmia in server e tecnologie di rete perché non deve tanto ricevere, gestire centralmente e restituire dati scambiati tra gli utenti, quanto garantire i bilanciamenti tra le risorse messe a disposizione in periferia: la tecnologia che governa la gestione delle risorse P2p, e l'algoritmo sottostante, sono quindi gli strumenti più "core" per queste realtà. Nel caso del guasto di Skype, probabilmente è successo che l'algoritmo non è riuscito a smistare il carico di lavoro derivante da un numero di log-in simultanei elevato (ma non più del solito) tra una quantità di risorse P2p che era inferiore al solito proprio perché buona parte degli utenti si stavano prendendo una vacanza anche da Skype.Chi fornisce servizi analoghi a quelli di Skype in modalità non P2p, è costretto a spendere molto in server e tecnolofie di networking. E Skype non può tenere conto che proprio nell'arena in cui lei ha primeggiato in questo momento - il VoIp su Internet - si sono buttati anche operatori che questi investimenti li stanno facendo e che, da sempre, hanno nel Dna la fornitura di servizi che non devono e possono cadere.

sabato 1 settembre 2007

Famosi e pericolosi, sul web in Europa e La guerra perduta alle e-mail spazzatura

Quali sono le mentite spoglie sotto cui preferiscono camuffarsi virus, worm, trojan e altri pericolosi nemici dei nostri pc? Sono quelle più desiderate dagli utenti, le celebrità. Così conferma anche una ricerca sui nomi dietro cui gli untori della rete nascondono i codici maligni, condotta da McAfee per il mercato Emea, cioè Europa, Medio oriente e Africa. Per incuriosire gli utenti e farli abboccare a link o allegati nelle e-mail che eseguono i virus i pirati informatici usano i personaggi preferiti dal pubblico più giovane.
I NOMI PIU' USATI – «Reginetta del male», si potrebbe dire in questo caso, è Paris Hilton, davanti alla cantante inglese Amy Winehouse, terzo il calciatore del Manchester United Cristiano Ronaldo a sancire una netta prevalenza alla diffusione dei virus nel mercato anglofono, e limitatamente all'Emea e al Regno Unito. Appena fuori dal podio Britney Spears seguita dalla modella Heidi Klum, fino a giungere a Valentino Rossi e Pete Doherty (cantante dei Babyshamble) appaiati al sesto posto. Il predominio delle celebrità anglosassoni viene spezzato solo dalla principessa svedese Madeleine Bernadotte, che precede Elisabetta Canalis – seconda dietro a Valentino nella classifica dei più pericolosi vip in Italia - appaiata a Nicolas Sarkozy. Il Presidente francese è l'unico politico e personaggio non legato a sport e spettacolo. A chiudere, e presumibilmente a fare incetta di sfortunati click spagnoli, Antonio Banderas.

Al giorno d'oggi sono inutili 9 messaggi su 10 ...
"Nel giro di due anni il fenomeno spam verrà eliminato", sentenziò Bill Gates poco più di due anni fa a Davos, Svizzera, durante il World Economic Forum. Oggi non ne sarebbe più così sicuro, e probabilmente ammetterebbe la sconfitta. Perché da allora lo spam è aumentato a ritmi vertiginosi e in certe aree del mondo oggi rappresenta il 90% del traffico su Internet.

Evidentemente Gates sperava che la legge messa a punto negli Usa, nota come Can-Spam Act (Controlling the Assault of Non-Solicited Pornography and Marketing Act), portasse a risultati migliori. Impone a chi manda i messaggi pubblicitari di offrire alle persone la possibilità di declinare l'invio di mail future e punisce con la prigione i trasgressori. Eppure, dopo un anno dalla sua applicazione, solo il 7% delle mail di spam erano conformi alle regole stabilite. Meno dell'1% l'anno successivo.

Del resto lo spam non è più un fenomeno che riguarda esclusivamente gli Usa e rintracciare i responsabili è molto complesso. Ogni anno vengono spesi 10 miliardi di dollari nel tentativo di arginare questa marea di mail indesiderate. Il caso del servizio di posta proprio della Microsoft, Hotmail, è esemplare. Usato da 280 milioni di persone, italiani compresi, vi passano ogni giorno 4 miliardi di mail. Quante ne arrivano a destinazione? Appena 600 milioni, le altre sono spam. "Essere costretti a filtrare tali quantità di dati, significa utilizzare risorse enormi e cercare costantemente di evitare che le cose peggiorino", ha spiegato al Newyorker John Scarrow, general manager della Microsoft che guida la task force contro lo spam.

Anche in Europa le cose non vanno bene. Secondo un'analisi statistica dell'Iit-Cnr, da noi i messaggi pubblicitari rappresentano il 90% di tutte le mail inviate, ovvero 61 miliardi al giorno. Un traffico che ha costi alti per le aziende che gestiscono la Rete, valutati in ben 39 miliardi di euro l'anno dalla Commissione Europea. "Stando ai nostri dati, in Italia, nel 2006, il tasso di spam medio è stato di circa il 66%. Il 72 nel 2007" osserva Stefano Ruberti, a capo del gruppo di ricerca dell'Iit-Cnr. "E una parte significativa sono mail di phishing, il dirottare gli utenti su pagine web fasulle per ottenere password e codici di accesso".

Negli Usa, il Paese maggiormente colpito, hanno invece cercato di quantificare il tempo che viene sprecato dalle persone per colpa della spam. Ogni giorno un miliardo di messaggi pubblicitari indesiderati riesce a eludere tutti i sistemi di sicurezza giungendo a destinazione. E dato che ognuno di loro per essere cancellato richiede circa 5 secondi, nel mondo vengono sprecati quotidianamente 159 anni di tempo collettivo per pulire le caselle di posta.

Il problema è che i sistemi per inviare messaggi pubblicitari sono come i virus: mutano in continuazione. Non solo: aumentano. Più i filtri migliorano e le persone diventano diffidenti nei confronti delle mail arrivate da sconosciuti, più le mail indesiderate crescono di numero. Qualche anno fa per ottenere una risposta bisognava inviare 50 mila mail. Oggi ne servono 1 milione.

Proteggersi non è semplice. Il grosso del lavoro viene fatto a monte, ovvero dai servizi di posta come Hotmail, Yahoo Mail o Gmail di Google. Sono loro la prima barriera, oltre che la più efficace. Inizialmente la selezione veniva fatta su parole chiave, bloccando ad esempio tutti i messaggi che contenevano il termine "viagra", "v1agra" o "viagr". Poi si è passati all'analisi del contenuto, mettendo in quarantena mail dove comparivano combinazioni di termini sospetti.

Infine si è arrivati all'analisi delle immagini. Già, perché nei messaggi di spam ora il testo è parte di un'immagine che per un computer è molto più difficile da analizzare rispetto a qualche linea di testo. La società americana Ironport, che si occupa di sicurezza informatica, afferma che questo tipo di mail sono il 25% del totale, a fronte del 4,8% dell'ottobre 2005.

Le cose si sono ulteriormente complicate dal 2003, con l'arrivo di Sobig. E' un virus commerciale, nel senso che in Rete lo vendono, capace di entrare in un computer e acquisire le password necessarie per usare la mail del malcapitato come base di invio dei messaggi. Trasforma i computer in cosiddetti zombie e li usa per i suoi fini. Programmi del genere sono diventati un business e ne escono sempre di nuovi.

Sembra che i più sofisticati provengano da Russia, Cina, Est Europa, dove lo spamming dà da lavorare a parecchie persone. Parecchie, ma non tantissime. E questa è la parte tragicomica della questione. A mettere in ginocchio la posta elettronica sono circa 200 "spam gang", qualcosa come 600 professionisti dello spam. Il più noto, Jeremy Jaynes (classe 1974), è in prigione dove resterà per 9 anni dopo aver accumulato una fortuna di 24 milioni di dollari. Ma è un caso raro, l'arresto. In genere i responsabili non vengono rintracciati.