Cex.io

BuyBitcoinswithCreditCard

domenica 30 settembre 2018

Che cosa sa Google di noi: così gli smartphone Android ci tracciano anche quando non li usiamo


Cinquantacinque pagine che non lasciano scampo.
E che forse raccontano una realtà già nota: i servizi gratuiti che quotidianamente Google offre a miliardi di persone in tutto il mondo, poi così gratuiti non sono.
La moneta con la quale paghiamo l'utilizzo di Android, Gmail, Google Maps e tutto il resto, altro non è che i nostri dati. Il colosso di Mountain View ci conosce meglio di chiunque altro.
E il dossier dal titoloGoogle Data Collection”, firmato dal professor Douglas Schmidt, lo racconta benissimo. Schmidt, che ironia della sorte ha lo stesso cognome dell'ex amministratore delegato di Google (Eric Schmidt, ndr) è un docente di Computer Science alla Vanderbilt University, ateneo con sede a Nashville, in Tennessee.
Il suo report, che in poche ore è rimbalzato sui media di mezzo mondo, racconta come Google raccoglie e cataloga i dati dei consumatori, tracciandone le loro abitudini e le loro preferenze.
Una ricerca unica nel suo genere, che pone dubbi sul trattamento dei dati personali da parte di Big G.
Il quadro tracciato è pesante, e dimostra come Google sia in grado di tracciare i suoi utenti a tutto tondo, anche quando i loro smartphone Android sono spenti, oppure quando si sta navigando su Chrome utilizzando la modalità “navigazione in incognito” (anche se in questo caso i dati vengono cancellati non appena la finestra viene chiusa).
La raccolta di Big G, insomma, è ad orario continuato.
E prosegue anche quando l'utente è convinto di esserne al riparo. 



Android nel mirino
Ai fini del suo studio, e per verificare la raccolta passiva di dati da parte di Google, il professor Schmidt ha configurato due smartphone differenti: uno Android (con Google Chrome come browser) e un iPhone (con Safari e senza Chrome). 
Entrambi i telefoni sono rimasti inutilizzati per 24 ore
In quel periodo Schmidt ha rilevato che il dispositivo Android ha inviato 900 campioni di dati ai server di Google, di cui circa il 35% era correlato alla posizione, mentre il resto era per Google Play e sui dati del dispositivo.

Google affamata di dati
Il report di Douglas Schmidt, pubblicato su Digital Content Next, approfondisce anche il business degli annunci di Google. 

L'autore spiega che la quantità d'informazioni personali che Google è in grado di tracciare grazie alle sue piattaforme (da Chrome a YouTube, da Android a Maps) è «sorprendente».

keep reading