Le eSim, schede SIM virtuali sempre più diffuse per smartphone, offrono comodità, risparmio di tempo e riduzione dell'uso della plastica, ma presentano rischi significativi per la privacy e la sicurezza dei dati.
Un recente studio della Northeastern University ha evidenziato che molti rivenditori di eSim instradano il traffico dati degli utenti attraverso reti di terze parti situate in paesi con minori tutele, come la Cina, esponendo i dati sensibili a potenziali rischi.
Questo instradamento può portare a situazioni in cui l'indirizzo IP dell'utente, pur trovandosi fisicamente in un paese, risulta appartenere a un altro, compromettendo la localizzazione e la privacy online.
I ricercatori hanno scoperto che anche rivenditori noti utilizzano infrastrutture estere, come quelle di China Mobile, per l'attivazione e la navigazione, sollevando preoccupazioni soprattutto per gli utenti europei che potrebbero perdere le protezioni a cui sono abituati.
Oltre all'instradamento del traffico, sono state rilevate comunicazioni nascoste e invisibili sullo sfondo, come contatti verso server a Singapore o SMS da Hong Kong, sollevando dubbi su possibili attività dannose.
Per mitigare i rischi, è fondamentale informarsi attentamente sui rivenditori di eSim, evitando di scegliere solo in base al prezzo e privilegiando operatori trasparenti e affidabili, in attesa di maggiori controlli da parte delle autorità.