In un’ipotetica partita a scacchi, sarebbero davanti di almeno una o due mosse, con la capacità di riuscire a prevedere quello che faranno gli altri e trovare immediatamente adeguate contromisure.
Così, quando devi trovare delle contromisure per proteggere la tua privacy, devi sapere da che parte possono arrivare gli attacchi.
E lo smartphone è uno degli strumenti più utilizzati per “spiarti” (o, a voler utilizzare un linguaggio più morbido, per tenere traccia delle tue attività).
E lo smartphone è uno degli strumenti più utilizzati per “spiarti” (o, a voler utilizzare un linguaggio più morbido, per tenere traccia delle tue attività).
Sfruttando sensori e componenti hardware presenti al suo interno, un pirata informatico potrebbe non solo leggere la nostra posta elettronica o accedere alla galleria delle foto, ma potrebbe anche seguire tutti i nostri spostamenti, sapere dove ci troviamo e dove ci stiamo dirigendo. Insomma, se qualcuno riuscisse a intrufolarsi nel telefonino, potrebbe sapere tutto (o quasi) sulla nostra vita.
Effettuare il login sul web
Ogni volta che effettui il login su Facebook, Gmail o qualunque altro servizio online, il gestore del servizio stesso riuscirà a scoprire (anche se a grandi linee) la località dalla quale ti connetti.
Taggando le foto
Anche se ai più sembrerà un’azione innocua, quando si tagga una foto (sia aggiungendo il nome, sia aggiungendo la località in cui ci si trova) si stanno regalando informazioni personali molto preziose.
Usando il Wi-Fi
Quante volte, mentre siamo in vacanza, ci capita di andare alla ricerca di locali o caffetterie con Wi-Fi pubblico e gratis per avere una connessione stabile senza il rischio di oltrepassare le soglie del roaming europeo? Ecco, quando lo facciamo, ricordiamoci che la connessione non è esattamente gratuita. La paghiamo con le nostre informazioni personali come indirizzo di posta elettronica o numero di cellulare (i dati usati per fare il login), i luoghi in cui ti trovi più spesso e così via.
Condividendo i dati degli allenamenti
Effettuare il login sul web
Ogni volta che effettui il login su Facebook, Gmail o qualunque altro servizio online, il gestore del servizio stesso riuscirà a scoprire (anche se a grandi linee) la località dalla quale ti connetti.
Taggando le foto
Anche se ai più sembrerà un’azione innocua, quando si tagga una foto (sia aggiungendo il nome, sia aggiungendo la località in cui ci si trova) si stanno regalando informazioni personali molto preziose.
Usando il Wi-Fi
Quante volte, mentre siamo in vacanza, ci capita di andare alla ricerca di locali o caffetterie con Wi-Fi pubblico e gratis per avere una connessione stabile senza il rischio di oltrepassare le soglie del roaming europeo? Ecco, quando lo facciamo, ricordiamoci che la connessione non è esattamente gratuita. La paghiamo con le nostre informazioni personali come indirizzo di posta elettronica o numero di cellulare (i dati usati per fare il login), i luoghi in cui ti trovi più spesso e così via.
Condividendo i dati degli allenamenti
Se condividi pubblicamente le tue tracce di allenamento stai facendo un favore a chiunque sia interessato a conoscere le tue abitudini e i tuoi spostamenti. Se qualcuno vuole farti del male, ad esempio, dovrà semplicemente scoprire la tua routine di allenamento e seguirti; se un ladro vuole rubarti la bici dovrà semplicemente scoprire dove parti e dove concludi i tuoi allenamenti e il gioco è fatto.
Accendendo lo smartphone
Anche se dovessi disattivare il GPS e ogni altra forma di geolocalizzazione, il nostro smartphone (ma anche telefonino) sarà ancora rintracciabile e localizzabile.
Accendendo lo smartphone
Anche se dovessi disattivare il GPS e ogni altra forma di geolocalizzazione, il nostro smartphone (ma anche telefonino) sarà ancora rintracciabile e localizzabile.