A darci una mano nel tentativo di capire come funziona la condivisione dei dati tra Facebook e e le diverse app sul nostro smartphone arriva oggi il nuovo report di Privacy International, un’organizzazione che si occupa proprio della difesa dei dati personali e dei diritti degli utenti.
Nello specifico, lo studio condotto dalla società inglese si è preoccupato di analizzare il rapporto tra il social e alcuni servizi su cui è integrata la sua piattaforma Facebook Business Tool. Le app Android prese in esame sono 34, tutte presenti sul Play Store e con una base di installazioni tra 10 e 500 milioni: tra le altre ci sono anche Spotify, TripAdvisor, Duolingo, Shazam e Skyscanner. Tali app utilizzano il Facebook Software Development Kit (SDK) per raccogliere i dati degli utenti e condividerli col social, dunque è possibile andare a vedere quali dati vengono trasmessi tracciandole con opportuni strumenti.
I test sono stati condotti tra il 3 e l’11 dicembre 2018 e quello che ne è venuto fuori è un quadro molto interessante. Il dato più importante riguarda la raccolta delle informazioni: oltre il 61% delle app coinvolte nello studio trasmette in automatico i dati degli utenti alla piattaforma di Facebook, anche se l’utente non è loggato sul social o addirittura non possiede un accountFacebook.
Tutti i dati raccolti dalle diverse app vengono trasmessi a Facebook tramite un identificatore univoco, sfruttando il sistema Google advertising ID (AAID).
Nello specifico, lo studio condotto dalla società inglese si è preoccupato di analizzare il rapporto tra il social e alcuni servizi su cui è integrata la sua piattaforma Facebook Business Tool. Le app Android prese in esame sono 34, tutte presenti sul Play Store e con una base di installazioni tra 10 e 500 milioni: tra le altre ci sono anche Spotify, TripAdvisor, Duolingo, Shazam e Skyscanner. Tali app utilizzano il Facebook Software Development Kit (SDK) per raccogliere i dati degli utenti e condividerli col social, dunque è possibile andare a vedere quali dati vengono trasmessi tracciandole con opportuni strumenti.
I test sono stati condotti tra il 3 e l’11 dicembre 2018 e quello che ne è venuto fuori è un quadro molto interessante. Il dato più importante riguarda la raccolta delle informazioni: oltre il 61% delle app coinvolte nello studio trasmette in automatico i dati degli utenti alla piattaforma di Facebook, anche se l’utente non è loggato sul social o addirittura non possiede un accountFacebook.
Tutti i dati raccolti dalle diverse app vengono trasmessi a Facebook tramite un identificatore univoco, sfruttando il sistema Google advertising ID (AAID).
Ciò permette di combinare le informazioni raccolte da servizi differenti e creare un profilo unico dell’utente, nel quale sono inclusi i dati sui suoi gusti, sulle sue abitudini e su molti suoi interessi. In alcuni casi, le app inviano dati sensibili con un alto livello di dettaglio, come ad esempio informazioni precise sulla città di residenza, su mete e periodi di viaggi e spostamenti o anche su religione, salute e famiglia.
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