A dirlo, senza nascondere un certo scoramento per la porosità e epenetrabilità del sistema di voto americano, è il numero di questa settimana di Newsweek che spiega che “gli esperti di cybersecurity temono che i russi possano aver già fatto irruzione nel sistema elettorale degli Stati Uniti, per piantare malware – programmi informatici malevoli – nelle stesse macchine elettorali.
Gli Stati e le contee hanno reagito così lentamente alla minaccia che le macchine di voto sicure non saranno in vigore fino al 2020, dando ai russi un incentivo a attaccarsi nel 2018, fin tanto che possono ancora farlo”.
Nello stesso articolo, Newsweek ricorda che “Gli hacker russi erano notoriamente attivi nelle elezioni del 2016.
Anche se il presidente Donald Trump lo contesta, le prove suggeriscono che i russi sono entrati nei computer del comitato nazionale democratico; hanno condotto una campagna di disinformazione su Facebook e Twitter; hanno anche attaccato i database di registrazione degli elettori in 21 stati, i sistemi di gestione delle elezioni in 39 stati e almeno un venditore di software per le elezioni”
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