La minaccia
Un saluto, immediatamente seguito da un monito: il cybercriminale è in possesso dei dati personali e riservati, raccolti mediante l’installazione di un trojan avvenuta durante la visita di un sito pornografico.Poche righe e si giunge alla minaccia di registrare ogni azione del malcapitato sfruttando la “camera frontale” del dispositivo, per poi inviare il tutto ai contatti, via social network e email. Il tutto scritto in un italiano piuttosto corretto, a differenza di altri tentativi di raggiro, un dettaglio che potrebbe spingere qualcuno a cedere alla tentazione di mettere mano al portafogli.
Il riscatto in Bitcoin
Per la cancellazione viene chiesto il pagamento un riscatto pari a 300 dollari, da versare in Bitcoin su un portafogli specifico e indicato nel testo.C’è anche il ticchettìo un conto alla rovescia: due giorni di tempo dall’apertura del messaggio per completare il trasferimento della criptovaluta, altrimenti tutti verranno messi a conoscenza delle proprie azioni. Al termine tre punti esclamativi, per gradire.
La bufala
Si tratta ovviamente di una truffa, già circolata in altri paesi all’inizio dell’estate e che oggi si sta diffondendo a macchia d’olio anche in Italia.Un tentativo di sextorsion a tutti gli effetti, che fa leva sul timore di veder diffuse informazioni imbarazzanti o compromettenti riguardanti la propria persona. Una dinamica collaudata nel corso degli anni, di cui ancora il mondo online sembra non essere in grado di liberarsi.
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