Tra la raccolta di tutti i nostri profili e la lente indiscreta dell'intelligence c'è il nostro diritto alla privacy
In questi giorni abbiamo letto e sentito parlare di datagate, super spie e Prism.
La cosa ci riguarda da vicino se consideriamo che tra i tantissimi dati a cui ha avuto accesso il programma di sorveglianza elettronica per la sicurezza americana ci possono essere anche i nostri.
Di fatto però ogni dato prima di arrivare nei mega server della National Security Agency passa già per altre “dogane”: il tragitto informatico di una comunicazione, infatti, transita in diverse parti del mondo prima di mettere in connessione il mittente con il suo destinatario. Per questo i nostri dati durante il loro viaggio informatico sono soggetti a leggi e controlli di più Stati.