In una sessione dell’assemblea plenaria in corso a Strasburgo,
in Francia, il Parlamento Europeo ha approvato la nuova e
discussa direttiva per aggiornare le regole sul diritto d’autore
nell’Unione Europea. Hanno votato a favore 438 parlamentari e contro
226, mentre in 39 si sono astenuti.
Perché nuove regole
La direttiva sul copyright
è stata pensata allo scopo di aggiornare le regole sul diritto d’autore
nell’Unione Europea ferme al 2001, quando le cose su Internet
funzionavano diversamente.
Ha il pregio di armonizzare le leggi sul
copyright nei singoli stati, dando basi comuni più chiare sulle quali
ogni stato può poi elaborare i propri regolamenti.
Articolo 11
La nuova direttiva sul copyright vuole provare a bilanciare diversamente
il rapporto tra le piattaforme online – Google, Facebook e gli altri – e
gli editori, che da tempo lamentano di subire uno sfruttamento dei loro
contenuti da parte delle prime nei loro servizi e senza un adeguato
compenso.
Il tema è annoso e controverso: da un lato gli editori
accusano i social network e i motori di ricerca di usare i loro
contenuti (per esempio con le anteprime degli articoli su Google o nel
Newsfeed di Facebook), senza offrire in cambio nessuna forma di
compenso; dall’altra parte ci sono le piattaforme che dicono di fare già
ampiamente gli interessi degli editori, considerato che il loro
traffico arriva in buona parte dalle anteprime pubblicate sui social
network o nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca.
Ci sono
buone ragioni da entrambe le parti, ma – per come è stato pensato e
modificato – l’articolo 11 continua a favorire più gli editori che le
piattaforme (e per questo potrebbe portare a un disimpegno delle piattaforme che finirebbe per danneggiare soprattutto i piccoli gruppi editoriali).
Articolo 13
L’altro articolo molto discusso della direttiva europea sul copyright è
il 13, quello che continua a suscitare le maggiori preoccupazioni per la
libera circolazione dei contenuti.
Prevede che le piattaforme online
esercitino una sorta di controllo, molto stretto, su tutto ciò che viene
caricato dai loro utenti, in modo da escludere la pubblicazione di
contenuti protetti dal diritto d’autore e sul quale gli utenti non
detengono diritti.
L’idea è che ogni fornitore di servizi online si doti
di un sistema simile a “Content ID”, la tecnologia utilizzata da anni
da YouTube proprio per evitare che siano caricati video che violano il
copyright sul suo sito.
Il sistema dovrebbe bloccare il caricamento
evitando la diffusione di un video, un file musicale o altri contenuti,
evitando la violazione.
keep reading