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mercoledì 9 maggio 2018

Altro che e-commerce: ecco i servizi che fanno guadagnare Amazon

«Amazon, è uno dei colossi del commercio elettronico». Molte volte abbiamo sentito affermazioni simili a questa. Una frase che però, seppure non sbagliata, fotografa in maniera incompleta il business del gruppo di Jeff Bezos. Anzi: per alcuni sarebbe addirittura fuorviante. Come rendersene conto? Un metodo è quello di analizzare i bilanci societari. In particolare: guardare, dapprima, alla composizione dei ricavi e della redditività. Poi, trarre le conclusioni.

L’analisi di Bilancio
Proprio di recente Amazon ha pubblicato i dati sul primo trimestre del 2018 ( modello Form 10-Q). Si tratta di numeri che, se confrontati con il bilancio del 2017 (modello Form 10-k), non offrono alcuna soluzione di continuità qualitativa con quelli di quest’ultimo documento. In tal senso, quindi, possono essere utilizzati come spunto per l’analisi.
Già, l’analisi. Cosa salta fuori, allora, dalle scritture contabili? La società, tra le altre cose, divide i ricavi nel seguente modo: North America, International e Amazon Web Services (AWS). La prima area operativa consiste essenzialmente dei guadagni, in Nord America, realizzati via Internet o nei negozi fisici (si ricordi l’acquisizione della catena Whole Foods) grazie alle vendite retail di prodotti, inclusi quelli di proprietà di terzi. A questo fatturato si aggiungono poi gli abbonamenti sui siti focalizzati sempre sul Nord America. La seconda (l’International), invece, riguarda le medesime attività ma concretizzate fuori dal Nord America. Infine c’è il terzo segmento operativo. Appannaggio dell’AWS sono le vendite globali di servizi, essenzialmente su cloud computing, legati a molte attività: dall’attività di calcolo ed elaborazione dati fino all’analisi degli stessi o alla gestione di database (per citarne alcune). Il tutto offerto a imprese, agenzie governative, startup e istituzioni accademiche.

I ricavi arrivano soprattutto dal commercio elettronico...
Ciò detto, nel primo trimestre del 2018, la divisione dei ricavi era la seguente:
il Nord America ha generato 30,725 miliardi di vendite nette;
l’International ha realizzato 14,875 miliardi di vendite nette;
l’Aws ha, infine, contribuito con 5,442 miliardi di vendite nette.
Insomma, dai dati sopra riportati si evince che in linea di massima Amazon realizza la maggiore parte del suo giro d’affari tramite l’e-commerce e le attività ad esso strettamente legate. Cioè, da un lato l’affermazione iniziale viene confermata; e, dall’altro, l’area dei servizi web pare non così rilevante.
...ma sono i servizi cloud e sul web a fare guadagnare
La conclusione tuttavia non è corretta! Per rendersene conto bisogna andare a guardare il risultato operativo delle tre aree interessate:
la redditività del Nord America si è assestata a 1,149 miliardi;
le attività internazionali, al contrario, sono contraddistinte da una perdita (il rosso è di 622 milioni);
l’Amazon Web Services, infine, vanta un’utile operativo di 1,4 miliardi.
Vale a dire: sono i profitti del mondo dei servizi sul web, essenzialmente il cloud computing, a fare guadagnare Amazon. Altro che e-commerce. Jeff Bezos riesce ad avere la sua profittabilità a livello di bilancio consolidato grazie soprattutto all’AWS. È lo stesso ceo e fondatore del gruppo a sottolinearlo: «AWS - dice il manager- aveva un vantaggio» grazie al fatto di essere partiti in anticipo. Poi «ha trovato dei competitor ma non ha mai rallentato». Con il che «i servizi di AWS sono di gran lunga i più evoluti e i più ricchi dal punto di vista funzionale». Insomma, la rilevanza di AWS è nei numeri. Come peraltro mostra lo stesso bilancio del 2017: il Nord America ha realizzato un utile operativo di 2,837 miliardi; l’International è in perdita di 3,06 miliardi; l’AWS ha più che controbilanciato il tutto con 4,33 miliardi di “operating income”

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