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giovedì 26 aprile 2018

Quello che Facebook non ti dice sul download dei tuoi dati

Dell'opportunità di scaricare i propri dati da Facebook si è parlato molto in queste ultime settimane. L'opzione è rintracciabile nelle impostazioni, ed è ben visibile per chi - magari colpito dallo scandalo Cambridge Analytica - ha deciso di chiudere il suo account.
Da sempre Facebook mette a disposizione dell'utente il link per scaricare e conservare le sue informazioni. In un click, un utilizzatore medio, si trova davanti a qualche gigabyte di dati che, di fatto, è un tracciato abbastanza fedele della sua vita sul social: informazioni personali, interazioni con gli amici, preferenze, aggiornamenti di stato, bozze di post, foto e video mai pubblicati, e persino chiamate ed sms (per alcuni utenti Android).

Del resto, lo stesso Zuckerberg, durante l'audizione davanti al Congresso Usa ha ribadito a più riprese che la funzione è attiva da anni: «Dalle impostazioni – ha detto il Ceo di Facebook – è possibile scaricare tutti i tuoi dati che hai su Facebook». Ma ha ragione Zuckerberg? O meglio: è vero che con “scarica le tue informazioni” entri in possesso di tutti i tuoi dati passati attraverso Facebook? La risposta è no. C'è una vasta serie di informazioni appartenente all'utente che non è inclusa nel pacchetto che Facebook concede in download.

Fra queste: le informazioni raccolte da Facebook sulla cronologia di navigazione, le informazioni raccolte da Facebook sulle App visitate e sulle attività svolte all'interno di tali App, le informazioni sugli inserzionisti che hanno preso i tuoi dati di contatto su Facebook più di 60 giorni fa, e infine gli annunci pubblicitari coi quali hai interagito più di due mesi prima dal giorno che decidi di fare il download.

Facebook raccoglie, attraverso i suoi “like button” sparsi per la rete, la cronologia di navigazione di un utente loggato. Secondo Zuckerberg lo fa temporaneamente e a scopi pubblicitari. Tuttavia, questa cronologia non è presente nelle informazioni che l'utente può scaricare. E questo rende molto opaco il modo in cui Facebook tratta i dati personali in ambito pubblicitario.

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