
L’ultima è che
Acer ne
propone uno a
99 dollari nelle catene americane
RadioShack. A patto che l’acquirente stipuli un contratto biennale con l’operatore telefonico
AT&T che fornisce l’abbonamento a Internet via rete 3G.

Il produttore taiwanese ha scalzato
Asus, il precursore, dalla classifica di settore nonostante quest’ultima fosse stato il primo, almeno in Italia, non solo a introdurre la “killer application” ma anche a lanciare un modello in partnership con Telecom Italia che forniva il collegamento a Internet, in 3G.
Secondo i dati di vendita di
DisplaySearch,
Acer è in testa con il suo modello Aspire One detenendo il 38,3% del mercato (2,1 milioni di unità vendute negli ultimi quattro mesi).
Al secondo posto Asus con il 30,3% e 1,7 milioni di unità vendute, notevolmente distanziato il terzo,
Hp con appena il 5,8% e 330mila unità vendute. La crescita del mercato è impressionante:
+160% da un trimestre all’altro, giustificata dal fatto che parliamo di prodotti esplosi effettivamente dopo l’estate.

In totale 5,6 milioni di unità vendute in un trimestre, contro i 4,7 milioni di
iPhone.
Oltre ad Acer, Asus, Hp ci sono anche gli altri:
Lenovo,
Fujitsu-Siemens,
Dell e una
Samsung che non ti aspetti. Forse presto anche un
Apple che non ti aspetti.
Un successo inaspettato, quello dei netbook, o no? Beh. Un successo giustificato. I netbook hanno tre caratteristiche fondamentali: sono piccoli, economici e si collegano facilmente a Internet. Sufficienti per la stragrande maggioranza degli utilizzatori di computer.

Concetti semplici alla base del successo, come ricorda
Business Week, rivisti partendo dall’idea di
Nicholas Negroponte di
One Laptop per Child e dai desiderata di Mark Anderson. Talmente semplici da sembrare l’uovo di Colombo.

Piccoli? Ma non c’erano gli
Umpc (portatili Ultra Mobile), leggerissimi certo, eleganti, performanti, ma non costavano meno di 600 euro come i netbook. Si collegano a Internet via 3G? Ci sarebbero gli
Smart Phone, già ma si chiamano Phone purtroppo, non sono considerati computer veri e propri, lo schermo è troppo piccolo, la tastiera, se c’è, è piccola. Insomma, ripassate più tardi, il mondo non è pronto per tanta miniaturizzazione.

Il mondo è pronto per una tecnologia semplice, che funzioni e che costi poco, visti i tempi. È interessante, poi, osservare che i modelli non differiscono praticamente tra di loro.
Considerando i primi cinque della classifica di
PcWorld, o di qualsiasi altra, visto che i modelli degni sono una decina (e anche questo è un grande vantaggio), scorriamo:
- Processore Intel Atom da 1,6 GHz
- Dimensioni dello schermo 10 pollici widescreen (anche 10,2 o 8,9)
- Disco fisso da almeno 80 Gb
- Peso massimo un 1,5 kg
- Prezzo massimo 600 euro
Semplice no?