
Vari analisti americani hanno in ogni caso giudicato eccessivi i toni utilizzati da Gartner e Microsoft è ben lontana dal rischiare di essere sopraffatta da rivali che di fatto non esistono. È anche vero però che Windows faticoso da aggiornare e migliorare come mai avvenuto in passato, che nell'era della virtualizzazione e delle tecnologie di "hypervisor" il sistema operativo perde un po' della sua importanza e si manifesta la necessità di sviluppare applicazioni capaci di funzionare su piattaforme diverse (non solo Windows quindi) e che nell'area dei software "Web based (e il riferimento va a Windows Live) i concorrenti – Google in testa - si fanno sentire eccome. Di collasso, quindi, non è forse il caso di parlare ma il "warning" lanciato da Gartner appare a molti un segnale dovuto da inoltrare alla corte di Redmond. .
Un sistema da rivedere perchè "monolitico"
Ma perchè gli analisti di Gartner hanno auspicato un radicale cambiamento del sistema operativo Windows? La prima critica mossa a Microsoft riguarda il fatto di non aver risposto adeguatamente al mercato, anche nei termini di un'apertura più concreta verso gli sviluppatori. La lunga e difficoltosa realizzazione di Vista sarebbe in tal senso l'evidente conferma dei problemi che a Redmond stanno tutt'ora affrontando (la Service Pack 1 non è ancora la panacea a tutti i "bug" riscontrabili dagli utenti) nel far evolvere un software la cui base di codice si è negli anni notevolmente allargata, con il risultato di essere meno stabile e tendenzialmente più vulnerabile. Vista, per quanto abbia prodotto risultati di vendita corposi, ha trovato ostacoli non indifferenti in seno alle aziende (secondo Forrester Research solo il 6.3% di 50.000 desktop installati nelle grandi aziende lavorava a fine 2007 con Vista) e molte organizzazioni non sembrano ancora del tutto convinte di procedere con la migrazione "forzata" (e comunque costosa) dal vecchio e consolidato Xp al nuovo sistema. Silver e MacDonald pongono quindi l'accento sulla natura monolitica di Windows – mentre Microsoft professa l'estrema modulaitià di Vista - e la ritengono la causa prima dei lunghi tempi di sviluppo degli upgrade. Altra stoccata rivolta a Redmond contempla inoltre l'incongruenza fra domanda e offerta: agli utenti farebbe molto comodo una versione di Windows leggera, economica e in grado di operare su dispositivi dalle capacità hardware modeste mentre per far girare tutte le opzioni grafiche del nuovo Os serve una dote avanzata in fatto di processori, memoria e via dicendo. In proposito i due analisti hanno sciorinato un esempio concreto: l'iPhone di Apple sfrutta una versione di Mac OS X mentre i dispositivi mobili a piattaforma Windows non possono usare Vista (perché occupa troppo spazio) e ricorrono a un altro software (Windows Mobile, ora rilasciato nella nuova versione 6.1). L'appunto finale indirizzato alla società di Redmond da Silver e MacDonald chiama in causa il modello di licensing di Windows: per gli utenti deve essere molto più semplice passare a una nuova versione del sistema operativo di quanto non lo sia ora (anche nell'ottica di essere più elastica nella determinazione delle "dead line" delle vecchio versioni) e affinché questo avvenga è necessario che il software sia realmente un sistema modulare e flessibile che può scalare in prestazioni e funzionalità (tanto verso l'altro quanto verso il basso) in funzione delle esigenze.
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