
PERSONE E MACCHINE - Tanto nuovo spazio nello stradario del web è necessario almeno per tre motivi. Paesi emergenti e molto popolosi si stanno affacciando a Internet in questi anni. Cina e India contano da sole quasi la metà della popolazione mondiale, e iniziano ad abbattere il digital divide portando milioni di nuovi utenti in Rete. Inoltre sono sempre più numerose le connessioni al web tramite cellulare, e il mercato degli smartphone – i cellulari intelligenti – punta a diventare un mercato di massa, non più solo destinato a chi col telefono ci lavora. Infine, ma non meno importante, al di là dei telefonini intelligenti, ci saranno sempre più macchine connesse tra loro in internet: dai sistemi di monitoraggio ambientale, alle molte soluzioni proposte dalle tecnologie che abilitano il cosiddetto machine-to-machine.
TRANSIZIONE - Il vecchio sistema quindi non basta più, né per le persone, né tanto meno per le cose da mettere in comunicazione tra loro e con le persone. Codificato nel 1981 l'ipv4 ha dato segni di debolezza già da qualche anno, e per questo nel 2004 è stato inaugurato l'ipv6, introdotto nelle tecnologie di rete (router e switch) e nei personal computer. I due sistemi hanno coesistito fino a oggi, con l'ipv6 costretto e limitato nel vecchio sistema. Da oggi le macchine predisposte per l'ipv6 lo sfrutteranno a pieno, un cambiamento trasparente che sarà invisibile per l'utente finale, ma che permetterà a Internet di continuare a esistere ancora per molto. L'ipv4 dovrebbe tuttavia continuare a funzionare fino al 2025, quando, grazie alla naturale sostituzione delle tecnologie di rete e dei dispositivi degli utenti, sarà completamente sostituito dall'ipv6.
Letto su CORRIERE della SERA.it
Il sito Ipv6 Task Force Italiana