
Per giorni i finanzieri hanno atteso il pacchetto e se lo sono portato via appena arrivato al centro di smistamento romano. All'interno, ben confezionato, un telefonino a prima vista normale. Ma una volta smontato ecco un sofisticato software in grado di spiare un numero «nemico»: ovvero leggere tutti gli sms, gli ultimi cinque numeri delle chiamate ricevute e, se a una distanza non superiore cinque metri, addirittura ascoltare in diretta le telefonate. Una manna (illegale) per chi è malato di gelosia o vuole carpire i segreti delle imprese concorrenti. La Finanza di Roma ha spedito il pacchetto indirizzato a Coppola ai colleghi di Vicenza dove si trova la Access Group srl, che commercia via Internet il telefono spia. Un click su accessweb.it ed è tutto chiaro perché in vendita c'è ogni ben di Dio per chi non sa farsi i fatti suoi e il controllare è una ragione di vita. Spulciando tra la contabilità aziendale (tutta assolutamente regolare) i militari sono risaliti a chi era stato venduto il magico accessorio.
In soli sei mesi ben 156 persone in tutta la penisola hanno pagato 500 euro in cambio della «verità».
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Il meccanismo del telefonino è semplicissimo da utilizzare: il cellulare modificato (usati solo Nokia e Samsung) è collegato a un altro numero, e riceve telefonate e sms in partenza e in arrivo da quel numero. «Il sistema è molto ingegnoso e il fenomeno è nuovo e, per quanto possiamo vedere, molto diffuso — commenta il sostituto procuratore di Vicenza, Paolo Pecori —. Ma l'utilizzo di questo sistema è assolutamente illegale, anche se veniva liberamente pubblicizzato su Internet. Non si possono spiare le telefonate altrui, questo deve essere chiaro». Finora sono stati sequestrati circa 120 telefoni cellulari. Ai 156 è contestata la «captazione per via telefonica delle conversazioni altrui», mentre il patron della Access Group, Samuele Caraccioli e i suoi due soci devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla frode informatica e alle intercettazioni illecite.