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domenica 10 febbraio 2019

Penna USB rotta. E ora?

Tutti i dispositivi elettronici dalle chiavette USB agli hard disk, che siano SATA o i nuovi dischi a stato solido, possono rompersi o danneggiarsi improvvisamente, senza alcun avvertimento o avvisaglia.
Basta uno sbalzo di tensione, una rimozione senza aver “smontato” il device, un crash del sistema operativo, per rendere i dati contenuti del tutto illeggibili.
La qualità è importante
Non è solo una questione di brand
: la qualità della memoria delle pendrive non è tutta uguale. 
La qualità e il brand sono elementi importanti per valutare la qualità di una chiavetta USB. I brand più famosi sono Verbatim, SanDisk, Kingston, di cui però si trovano in commercio anche versioni tarocche a basso costo: conviene sempre affidarsi a rivenditori ufficiali, per essere sicuri di non acquistare un prodotto non conforme agli standard di qualità.

In ogni dispositivo di memorizzazione c’è una struttura, chiamata file system, che può essere immaginata come una specie di indice dei file.

Qualcosa tipo “al settore 001-2 c’è amici.jpg, al settore 009-67 c’è tesi.rtf”.
Se questo indice si danneggia, il sistema non sarà più in grado di capire dove sono memorizzati i dati. Si può tentare quindi la ricostruzione, attraverso una analisi settore per settore del disco con un software specializzato per il recupero dei dati, ad esempio PhotoRec(gratuito, per Windows, Linux, Mac) o EaseUS Data Recovery (a pagamento, con versione di prova gratuita, per Windows e Mac).

Questi software cercano di identificare i file e ricostruiscono l’indice dei file: non aspettatevi la perfezione assoluta ma, se non vi sono guasti fisici importanti (disco rotto, elettronica difettosa o bruciata), saranno in grado di recuperare quasi tutti i dati.

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