Alla fine, il computer di Mani pulite è stato acquistato dal Museo della scienza e della tecnologia di Milano.
La macchina, costata nel 1992 circa 20,3 milioni di lire, contiene in un migliaio di file ogni singola parola spesa dai protagonisti di Tangentopoli interrogati nella famosa stanza 253 della Procura.
Al momento, il computer è stato inserito nella collezione del museo composta da circa 12mila oggetti.
Si tratta, ha spiegato Laura Ronzon, direttore dello sviluppo del patrimonio storico, "di un patrimonio che in generale non è considerato ancora come un bene culturale quale è, ma qualcosa di obsoleto che viene eliminato".
Nel caso del computer di Mani Pulite si tratterebbe invece di "un bene che ha il valore storico e sociale nell'ambito di cui è stato protagonista, perché è il simbolo di un cambiamento nell'utilizzo dell'informatica nel settore della giustizia che grazie a questa macchina è entrata in un'aula di tribunale, in un processo che ha fatto la storia".
la Repubblica.it