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venerdì 9 luglio 2010

«Ribelliamoci al controllo della privacy»

Il grido d'allarme degli hacker riuniti a Roma
troppi Grandi Fratelli controllano le nostre vite, diciamo basta
Mentre la politica italiana ruota attorno al ddl sulle intercettazioni e all'ossessione per il timore che vengano ascoltate telefonate private e ne siano poi diffusi i contenuti anche in assenza di rilievi penali - ancora ieri il premier Berlusconi è tornato sul tema, spiegando che l'Italia «è il Paese con più intercettazioni al mondo» -, dalla periferia di Roma si alza l'allarme contro i tanti «Grandi fratelli» che ogni giorno monitorano la vita di milioni di cittadini.
A lanciarlo sono gli hacker di tutta la penisola che si sono dati appuntamento al centro sociale La Torre per la tredicesima edizione dell'«Hackmeeting», il raduno degli anarchici del web, che al grido di «Combatti il controllo» hanno dato il via ad una tre giorni tutta all'insegna della Rete e della necessità di mantenerla libera da ogni vincolo e da ogni limitazione.
Insomma, se la privacy delle persone è a rischio lo è anche e soprattutto per la presenza di strumenti all'apparenza innocui. Che per di più, in molti casi, vengono attivati volontariamente. Basti pensare al fenomeno di Facebook e delle altre piattaforme di condivisione che via via stanno prendendo piede: «Pubblichiamo spensieratamente le nostre foto - spiegano gli hacker - e mettiamo a disposizione il contenuto delle nostre email in cambio di una pubblicità mirata e meno fastidiosa e offriamo persino la mappa completa delle nostre relazioni personali, indicando amicizie, conoscenze e affetti».
source CORRIERE DELLA SERA.it