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martedì 6 ottobre 2009

Filesharing sì, filesharing no: il dibattito tra gli artisti inglesi



Lily Allen risponde alle posizioni liberalizzatrici di Ed O'Brien (Radiohead) e Nick Mason (Pink Floyd) e finalmente si accende una bella discussione.


Per lungo tempo gli artisti sono rimasti un po' tagliati fuori dal dibattito sul filesharing e sulla condivisione di musica su Internet. Quelli favorevoli magari si sono trovati un po' frenati nel dichiarare pubblicamente: "ok, scaricate pure la nostra musica senza pagarci".
E quelli contrari probabilmente hanno evitato uscite mediatiche troppo rumorose per evitare di fare la fine dei Metallica ai tempi di Napster (quando Lars Ulrich osò schierarsi apertamente contro il software P2P, la band divenne la nemica numero uno dell'opinione pubblica che stava scoprendo il mondo dorato del download). Fatto sta che - a parte solitarie dichiarazioni estemporanee o qualche campagna collettiva antipirateria platealmente orchestrata dall'alto - la voce degli artisti non è mai stata una delle più presenti sulla questione.

E' dunque una succosa novità il dibattito che si è aperto negli ultimi giorni in Gran Bretagna, in seguito a un annunciato (potenziale) giro di vite del governo contro il filesharing, con tanto di paventata disconnessione da Internet degli utenti recidivi.
La miccia è stata accesa dalla Featured Artists Coalition, una associazione che unisce diversi big della musica britannica e che si è espressa vigorosamente contro i progetti del governo. In particolare, in un articolo pubblicato sul Times, alcuni artisti di grossissimo calibro hanno rilasciato dichiarazioni praticamente assolutorie nei confronti della condivisione di musica su Internet. Da Ed O'Brien (Radiohead) a Nick Mason (Pink Floyd), da Dave Rowntree (Blur) al cantautore Billy Bragg, il succo della loro posizione è stato più o meno il seguente: stiamo assistendo a un epocale cambiamento di paradigma, oggi le cose funzionano così, il libero download ci aiuta a far conoscere la nostra musica a un nuovo pubblico, spinge i fan a comprare dischi, magliette e biglietti dei concerti, è benefico, non puoi fermarlo, criminalizzare o penalizzare gli utenti che scaricano è la scelta più sbagliata.

LA STAMPA.it