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domenica 16 marzo 2008

La rete rischia il blackout. "Ma la tecnologia ci salverà"

E' l'incubo che corre sul web. L'idea che internet continui a gonfiarsi di traffico, informazioni, utenti, fino a scoppiare. La preoccupazione che la tecnologia per far marciare la rete non stia al passo della quantità di materiale che la percorre. "C'è il pericolo di un blackout del sistema?" è una domanda ricorrente fra gli addetti ai lavori, ripresa stamane dall'Herald Tribune, edizione internazionale del New York Times, e dal Daily Telegraph di Londra.

La minaccia, secondo gli esperti, proviene principalmente dalla ricchezza visiva delle comunicazioni e dell'intrattenimento "on line": video clip, film, network sociali, giochi di gruppo. Tutte quelle immagini in movimento, assai più delle parole e dei suoni, sono come dei fiumi in piena di bit digitali che attraversano le tubature e le autostrade della rete. Immagini che appesantiscono la "banda" su cui trasmette internet e che a un certo punto, ecco l'allarme, potrebbe intasarsi, spezzarsi, andare in tilt. Lo scorso anno, per fare un esempio, il traffico su YouTube, il sito di video acquistato da Google, ha consumato più banda larga dell'intero traffico su internet nel 2000.

In un rapporto del novembre scorso, una società di ricerche del settore ha predetto che la richiesta di accesso degli utenti potrebbe superare l'offerta di accesso di Internet nel 2011 - l'anno di una possibile apocalisse digitale, il momento in cui il web potrebbe fermarsi. E' il titolo di una conferenza tecnologica in programma il mese prossimo a Boston: "La fine di Internet?" Ma secondo i più ottimisti l'aumento del volume e del tipo di traffico in rete è più una sfida che un preavviso di inevitabile catastrofe.

Che il traffico sia in vertiginosa crescita, è innegabile. Secondo una stima della Nemertes Research, l'uso di internet sale del 100 per cento o più all'anno. Una stima più prudente, fatta da Andrew Odlyzko, docente della University of Minnesota, afferma che il traffico globale sul web sta aumentando del 50 per cento all'anno, ma anche questo è un dato incredibilmente alto. Tuttavia anche la tecnologia necessaria a ospitare tale traffico cresce a un ritmo impressionante. I computer che trasmettono dati sono sempre più veloci, le fibre ottiche sono sempre migliori e il software sempre più intelligente. "La crescita del 50 per cento del volume di traffico corrisponde sostanzialmente al progresso della tecnologia in questo campo", osserva il professor Odlyzko.

Per chi scruta il futuro, due considerazioni sono importanti di fronte alle prospettive di Internet. Una è che il maggiore sforzo per amministrare un traffico più intenso e più "pesante" dovrà essere fatto a livello locale. Non tutti sanno che i timori su una congestione digitale non riguardano le grandi vie d'accesso del web, l'equivalente delle autostrade e superstrade, bensì le strade provinciali e urbane che devono portare quel traffico in ogni città e in ogni casa. E' in questo settore che i margini di miglioramento sono più ampi e i costi di trasmssione ancora relativamente troppo alti.

La seconda considerazione, che l'Italia farebbe bene a tenere presente, è che il network di comunicazione ad alta velocità è, e sarà sempre di più, la spia dorsale dell'innovazione economica e scientifica, creando nuovi business, posti di lavoro e mercati. I paesi che restano indietro in questo campo, pagheranno un prezzo in termini di declino economico. "La domanda che oggi ci dovremo porre", dice il professor Odlyzko all'Herald Tribune, "è da dove verrà il prossimo Google, YouTube, eBay o Amazon".

Letto su la Repubblica.it