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lunedì 25 febbraio 2008

Microsoft prepara virus "buoni" agiscono da soli per difendere i pc

Il concetto è, con le dovute proporzioni, quello dei vaccini. Solo che i virus stavolta sono quelli informatici. L'arma segreta per combattere quelli che infettano i computer potrebbe essere in futuro un virus "buono", da inoculare per trasmettere gli antidoti nelle macchine con la stessa velocità con cui si propaga l'infezione stessa. Questo metodo - scrive la rivista New Scientist - è allo studio del colosso informatico americano Microsoft.

Secondo le intenzioni dei ricercatori, l"epidemia buona" dovrebbe favorire la diffusione nella rete delle cosiddette patch, cioè righe di codice che correggono i buchi presenti nei programmi usati normalmente, come Office, che vengono sfruttati come porte per penetrare nei computer. Di solito le patch vengono distribuite a partire da un server centrale, solo su richiesta dell'utente. Stavolta no, la diffusione avviene secondo la logica del contagio, come per i virus che si vogliono sradicare. Ma con qualcosa in più: avviene da computer a computer, come per il peer to peer.

"In questo modo invece potremmo disperderle più velocemente nella rete - spiega Milan Vojnovic, ricercatore Microsoft - inoltre in futuro si potrebbe progettare virus progettati direttamente sul modello di quelli 'cattivi', che si diffondono allo stesso modo e raggiungono molti pc nel più breve tempo possibile". Proprio i virus (anche nella definizione comprende diversi tipi di 'malware') che attaccano i buchi dei programmi sono la minaccia più seria nel web, secondo un rapporto pubblicato recentemente dall'Ibm. Questi virus cercano le imperfezioni e vi si installano, nascondendosi agli antidoti comuni e facendo da porta di ingresso per chi li ha disseminati.

Il meccanismo che stanno studiando ce lo spiega Feliciano Intini, esperto di sicurezza di Microsoft Italia: "E' abitudine dell'utente lasciare abilitato il meccanismo di aggiornamento automatico. Questo tiene sempre il computer nella forma migliore e no9n a caso ha 300 milioni di utenti nel mondo. Una cifra-monstre che però ci ha costretto a studiare altre vie di diffusione per ottenere efficienza e rapidità. Una è quella di far diventare i fornitori dell'accesso internet intermediari dei nostri server, come fossero un'enorme cache; l'altra è riproporre l'approccio del p2p. E quindi - spiega Intini - non un meccanismo di diffusione centrale, ma fare concorrere tutti gli utenti alla distribuzione degli aggiornamenti. In questa chiave si riproduce la logica di distribuzione - per velocità e capillarità - dei virus per computer. Questo non solo nella rete internet ma anche nella varie intranet aziendali. Il tutto è ancora alla fase di studio, grazie al lavoro dipartimento di ricerca di Microsoft. Ma abbiamo ragione di pensare di essere già a buon punto".

Letto su la Repubblica.it