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mercoledì 8 agosto 2007

Scoppia la moda del Geo.Web. Sono già milioni le mappe "fai da te"

Il boom dei navigatori satellitari da una parte, quello dei servizi di localizzazione on line dall'altra. Mettersi in viaggio sembra non sia più possibile senza avere fra le mani o direttamente sul cruscotto un dispositivo digitale che sappia indicare percorsi, strade, itinerari e punti di interesse, informare sull'andamento del traffico o segnalare punti critici e pure la presenza di autovelox.

Molti, alla vigilia delle vacanze estive, si sono recati in qualche centro commerciale ad acquistare (magari in promozione) un Gps della TomTom o di uno dei suoi tanti concorrenti piuttosto che ha speso qualche ora davanti al computer per "caricare" sul proprio cellulare o palmare le mappe scaricate da Microsoft virtual earth, Google Maps o smart2go (di proprietà della Nokia). Le due attività descritte, si badi bene, non sono che l'abc del perfetto viaggiatore "tecnologico" moderno; i più preparati tecnicamente (o semplicemente bene informati) sanno che dai siti dei principali produttori di navigatori e di software di navigazione è possibile scaricare in tempo reale o quasi gli aggiornamenti più recenti delle mappe che gli stessi utenti "on the road" hanno provveduto a segnalare via Internet tramite appositi servizi gratuiti (come TomTom Map Share o Navman iUpData) aperti alla comunità degli utenti del tal fornitore.


Un "mash-up" ben riuscito
Quella che viene segnalata dagli Stati Uniti come una sorta di moda che sta interessando migliaia e migliaia di persone è un qualcosa se vogliamo ancora di più evoluto, in linea cioè con i dettami del Web 2.0, interattivo e personale. È la possibilità, in poche parole, di diventare cartografi fai da te utilizzando strumenti software disponibili gratuitamente su Internet per disegnare mappe digitali comprensive di testi, immagini, contributi audio o video. Un esempio creativo di quello che viene definito tecnicamente "mash-up" fra diverse tecnologie.
Il "passatempo" che sta contagiando nel mondo milioni di utenti, soprattutto americani, ha già fatto delle informazioni geografiche uno dei contenuti più importanti per quanto riguarda la ricerca delle informazioni on line; facile infatti immaginare come - per un utente sufficientemente smaliziato con il pc - quanto sia comodo (e sfizioso) poter scegliere il servizio cartografico preferito, selezionare le informazioni su una specifica località e prendere coscienza della disponibilità di alberghi e locali, delle statistiche relative alla criminalità come degli avvenimenti che la riguardano.
Il "giochino" in questione ha già un nome – GeoWeb – e le mappe create da comuni cittadini sono di fatto come le parole che hanno formato Wikipedia, la grande enciclopedia in Rete nata e gestita "liberamente" da milioni di utenti del Web. Parliamo quindi di una sorta di mega Atlante virtuale fai-da-te, di "wiki-mappe" (è del resto dell'anno scorso l'avvento di Wikimapia, servizio che abbina le funzionalità di Google Maps alle risorse di Wikipedia), di "una rivoluzione – così l'ha definita Matthew H. Edney, direttore del Progetto di Storia della Cartografia all'Università del Wisconsin – che ha spostato il potere di produrre piantine su un piano nuovo, perché oggi chiunque è in grado di realizzare una mappa, scegliere i dati, aggiungerli, condividerli con altri".


La genesi di tale innovativo modello di cartografia su scala mondiale, estremamente dettagliata proprio perché frutto dell'intervento di milioni di persone sparse in tutto il pianeta, è secondo vari addetti ai lavori la diretta conseguenza della guerra senza esclusione di colpi in atto da almeno due anni tra i grandi motori di ricerca e portali del Web. La corsa ad offrire servizi sempre più avanzati di localizzazione e di "mapping", strettamente legati allo sfruttamento della domanda di inserzioni pubblicitarie locali sulle piantine, ha portato alla disponibilità di strumenti che permettono anche a chi ha capacità tecniche modeste di produrre ciò che in passato potevano fare solo i cartografi professionisti. E non mancano infatti esempi in serie di cartine "fai da te" risultate essere più accurate delle mappe "ufficiali" per quanto riguarda la descrizione di un sentiero, lo sviluppo di percorsi naturalistici, la posizione di pompe di benzina o quelle di graffiti sui muri di una città.


Google contro Microsoft anche in questo campo
La rivoluzione cartografica cui accenna il direttore all'Università del Wisconsin sì può come detto far risalire a un paio di anni fa, quando i primi "smanettoni" iniziarono a disegnare e arricchire le loro personali mappe con dati di fonti esterne, e ha trovato con l'inizio di questa primavera la sua prima maturità. In aprile, infatti, Google ha lanciato My Maps, un servizio che semplifica la creazione di carte personalizzate e sono oltre quattro milioni le piantine nate per mano degli utenti con le quali poter praticamente ogni cosa, dai ristoranti a buon prezzo a New York ai festival musicali e culturali in tutta Europa.
La Microsoft, da parte propria, non è rimasta a guardare e tramite il proprio programma Collections ha dato modo agli utenti registrati di questo servizio di confezionare un milione di mappe "fai-da-te". Circa 40.000, invece, quelle create con i tool di tale Platial, start up tecnologica che ha fiutato odore di business in questo promettente segmento del Web 2.0. E centinaia di migliaia sono i nuovi itinerari che i principali produttori di Gps raccolgono sui propri siti – come Motion Based della Garmin, a cui sono stati inviate oltre 1,3 milioni di cartine riguardanti sentieri per il trekking e la mountain bike – le indicazioni degli utenti dotati di navigatori Gps.
Su Flickr, altro sito di social networking (di proprietà di Yahoo) che va per la maggiore per la condivisione di immagini, gli utenti hanno già "etichettato" 25 milioni di fotografie fornendo di queste i dati di localizzazione utili a visualizzarle su una mappa o attraverso software 3D come Google Earth.
Microsoft, per non essere da meno delle acerrimi rivali, ha invece creato modelli tridimensionali di 100 città di tutto il mondo e punta ad averne 500 per il prossimo anno partendo dal presupposto di vedere su un'unica mappa vari livelli di dati. Una guerra in piena regola, quindi, che se da una parte regala indiscutibili benefici agli utenti in termini di nuovi ed efficaci strumenti di informazione a disposizione nasconde dall'altra la precisa volontà di accaparrarsi un business potenziale enorme, frutto dell'enorme valanga di pubblicità che accompagnerà la profilerazione delle mappe sui computer e sui cellulari di milioni e milioni di semplici consumatori e business man in tutto il mondo.

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