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sabato 25 luglio 2009

Sfida per il WiFi sugli aerei Cade l’ultima oasi «sconnessa»

Il New York Times «Le implicazioni del WiFi a bordo sono più culturali che tecnologiche»

NEW YORK — Su Gizmo­do. com Mark Wilson è invipe­rito. «La copertura WiFi sugli aerei entusiasma solo il mio capo — tuona il blogger infor­matico — che in questo mo­do mi costringerà a lavorare 24 ore su 24 e da ogni angolo del pianeta.
Grazie alle linee aeree non riuscirò mai più a schivare il lavoro».

Se viaggiando quest’estate vedrete il vostro vicino di pol­trona in aereo navigare in In­ternet, non date insomma per scontato che lo faccia per sva­go o passione. La maggior par­te delle persone che in Ameri­ca usano le nuove tecnologi­che per accedere al WiFi ad al­ta quota sui voli di linee aeree quali Delta, American Airlines e United, lo fanno per lavoro, non per ricreazione. Non è dunque strano se, a un anno e mezzo dal suo de­butto ufficiale negli States, i detrattori della connettività in flight superano i fan. «Le implicazioni del WiFi a bordo sono più culturali che tecnolo­giche », mette in guardia il New York Times che celebra le esequie dell’era in cui «un lungo viaggio in aereo era l’ul­tima oasi di pace e silenzio a prova di BlackBerry e di e-mail».