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mercoledì 21 maggio 2008

Windows XP riduce i prezzi e si propone come alternativa a Linux nel settore dei PC low-cost

Nel tentativo di contrastare l’avanzata di Linux nel mercato desktop, Microsoft è intenzionata a fare qualsiasi sacrificio, anche a quello di vedere ridotti i profitti per il possibile rallentamento delle vendite dei suoi più recenti prodotti, tra cui in particolare Vista.
Sembra essere questo, secondo gli analisti, il motivo per cui la compagnia di Redmond ha deciso di abbassare il prezzo di Windows XP per i produttori ed i rivenditori PC che desiderano preinstallare il vecchio ma collaudatissimo sistema operativo nelle loro offerte, ormai sul mercato da circa sette anni.
L’iniziativa interessa solamente i sistemi desktop “low cost” di nuova generazione (a basso costo ed a basse performance) spesso denominati Ultra-Low-Cost-PC o più semplicemente ULCPC e presenta una serie di limitazioni.
Per poter utilizzare Windows XP su questi dispositivi, i prodotti PC devono accettare di limitarne le capacità elaborative ad una soglia specifica.
La mossa, che ad un’analisi superficiale può apparire controversa, è in realtà intesa ad evitare che il mercato dei PC a basso costo vada a sovrapporsi a quello dei notebook e dei comuni sistemi desktop, producendo effetti deleteri sulle vendite di Vista.
In questo modo, i produttori di PC potranno continuare a vendere i loro prodotti più prestanti sotto il profilo delle performance senza vedere ridotti i propri margini di profitto.
Allo stesso tempo potranno spingere le rispettive offerte ULCPC nei mercati in via di sviluppo ad un prezzo più competitivo ed aumentare così i volumi di vendita a discapito di Linux.
Fino ad oggi i vendor che hanno proposto soluzioni Ultra-Low-Cost-PC hanno preferito Linux a Windows in quanto alternativa soprattutto gratuita.
Windows Vista, il più recente sistema operativo di casa Microsoft, come noto, presenta requisiti di hardware e di prezzo incompatibili con le esigenze di PC a basso costo ed a basse prestazioni. Per questo motivo, la compagnia di Redmond ha proposto un compromesso, ovvero offrire Windows XP Home Edition con un forte sconto fino al 2010, ma solo per il mercato ULCPC.
Le limitazioni che i produttori hardware devono rispettare per beneficiare dell’offerta sono ben circoscritte. Il dispositivo non deve, infatti, avere uno schermo superiore ai 10,2 pollici, deve includere al massimo 1 GB di RAM, deve integrare un processore a singolo core, un hard disk non più capiente di 80 Gigabyte e non deve presentare alcuna funzionalità di touch-screen.
Il prezzo scontato di XP Home di cui i rivenditori PC potranno godere è di 32 dollari per licenza nelle aree industrializzate e 26 dollari per macchina nei paesi in via di sviluppo.
Le motivazioni che hanno spinto Microsoft a prendere una decisione di questo tipo sono da ricercare nel rischio futuro che Linux potrebbe rappresentare una volta perso il “nuovo cliente”. Poiché questo rappresenta ormai una soluzione affermata nell’ambito dei PC low-cost, se l’espansione del pinguino dovesse consolidarsi ancora di più, potrebbe in seguito penetrare verso i segmenti dei PC a più alte prestazioni. A quel punto frenarne l’avanzata diventerebbe molto più difficile di oggi.

l'originale Microsoft Lowers XP Price for ULCPCs