Arriva in Italia il portafoglio digitale di Big G e scatta subito la concorrenza con il sistema di pagamenti digitali di Cupertino. Ecco cosa bisogna sapere
Finalmente anche Android ha il suo sistema di pagamento digitale (c'è anche Samsung Pay), in grado di tenere il passo con Apple Pay.
La prima differenza tra i due sistemi di pagamento è proprio questa:
uno funziona con Android (e in qualche occasione con iOs), l’altro solo
con iOs. Da qui non si sfugge. Ma device a parte quali sono le analogie e
le differenze tra i due? Ecco uno schema utile.
Dove funzionano?
Sia Apple Pay che Google Pay si possono usare per i pagamenti via mobile, via app e via web.
Pagamenti via mobile
Apple Pay. Permette di pagare con iPhone, iPad e Apple Watch negli esercizi che lo prevedono.
Google Pay.
Funziona con tutti dispositivi dotati di sistema operativo Android (Android 5+) e con smartwatch Wear Os,
dotati di tecnologia Nfc negli esercizi che lo prevedono. Negli Stati
Uniti l’app GPay permette anche di inviare soldi via iPhone ad altri
utenti Gpay e pagare online (ma non nei negozi).
Pagamenti in app
Apple Pay. Sì, in alcune app.
Google Pay. Sì, in alcune app.
Pagamenti via web
Apple Pay. Sì, ma solo attraverso il browser Safari, su Macbook Pro con touch Id e sugli altri Macbook, utilizzando un iPhone o un Apple Watch per confermare i pagamenti.
Google Pay. Sì, attraverso i browser Safari, Firefox e Chrome. Con quest’ultimo sono sufficienti pochi clic per completare un acquisto, visto che è già collegato a un account Google.
Cosa serve per usarli?
Entrambi utilizzano la tecnologia Nfc, la stessa delle carte contactless.
In pratica con Apple Pay e Google Pay è come se il bancomat o la carta
di credito si trovassero nel telefono.
Una volta attivato il servizio,
basta avvicinare lo smartphone al pos di un negozio proprio come fosse
una “carta”. Naturalmente il negozio deve accettare Apple Pay o Google
Pay come metodo di pagamento.
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