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lunedì 23 aprile 2018

Geo-blocking negli acquisti online, la posizione della UE

Parlando di geo-blocking (dall'inglese, letteralmente, blocco geografico) si fa riferimento a quel particolare sistema attraverso il quale viene impedito agli utenti di un sito Web di accedere ed acquistare i contenuti, i prodotti o i servizi che vi vengono offerti, nel caso in cui quello specifico sito sia localizzati in uno Stato Europeo diverso da quello di appartenenza del singolo utente.
L'Unione Europea, riconoscendo il geo-blocking come una pratica discriminatoria e penalizzante per i cittadini europei, ha deciso di intervenire attivamente al fine di rimuovere quelli che sono stati interpretati e che di fatto comportano dei gravi ostacoli alla libertà di iniziativa economica e di concorrenza, oltre che all'esercizio concreto dei diritti dei consumatori.

Le difficoltà concrete
Allo stato attuale, solo il 15% dei cittadini europei (stando a quanto riportato sul sito ufficiale del Consiglio Europeo, www.consilium.europa.eu) effettua acquisti online su siti Internet che hanno la propria base in uno Stato diverso dal proprio.

La principale causa di tale situazione, però, non è riconducibile a scelte nazionaliste dei consumatori, ma è connessa proprio alla presenza di forme di blocco geografico che vengono poste nella navigazione online e che impediscono di fatto agli utenti di acquistare beni e servizi tramite siti esteri.

Se si presta attenzione a queste ipotesi, già da una rapida ricerca emerge, infatti, che molti siti di e-commerce consentono, concretamente, l'acquisto dei propri prodotti soltanto ai clienti che si trovano nel loro stesso Stato. E la forma più comune con cui tale limite è realizzato è il reindirizzamento dell'utente estero alla corrispondente piattaforma Web del suo paese di appartenenza.

Si tratta, appunto, di un meccanismo che va a ledere il consumatore finale, in particolare quando oggetto della richiesta sono prodotti autoctoni dello Stato in cui è localizzata la sede operativa del sito. In tali casi, infatti, è molto frequente che l'utente si ritrovi costretto ad acquistare il prodotto di suo interesse ad un prezzo più alto rispetto a quello offerto all'estero, se non direttamente a dovervi rinunciare a causa della mancata disponibilità di quel prodotto sul Sito nazionale verso il quale il consumatore è stato, suo malgrado, reindirizzato.

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