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martedì 10 novembre 2009

Sempre più italiani navigano in internet: 23 milioni per quasi due ore al giorno

Sono 23 milioni i navigatori italiani di Internet, pari al 43% della popolazione nazionale, che dedicano mediamente 102 minuti al giorno per l'esplorazione della rete.
E' il dato Nielsen che è emerso dallo Iab- Forum oggi a Milano.


Negli ultimi tre anni - spiega una nota diffusa da Iab Italia, l'organizzazione che raccoglie gli operatori della pubblicità on-line - è cresciuta dell'8% la fascia di navigatori tra i 35 e i 54 anni di età e del 4,5% quella delle donne.
Nello scorso settembre la durata della permanenza quotidiana davanti al video ha raggiunto per il navigatore medio quota 52 ore mensili. Ciò ha permesso a Iab Italia di confermare le previsioni di crescita per il mercato pubblicitario on-line, pari al 10,5%.

I dati Nielsen evidenziano poi come l'allargamento del target abbia coinciso con l'aumento della tipologia e della qualità di attività effettuate online: alle forme di intrattenimento e di socializzazione tipiche del web, si uniscono servizi di utilità come l'eGovernment, le news e la ricerca di informazioni dedicate ad aziende e prodotti e, in generale, ad attività relative ad atti di acquisto.
Ad esempio, dai dati Nielsen emerge che circa 9 milioni di internauti, pari al 38% di chi naviga sul web, consulta «shopping directories & guides», i siti che offrono confronti di prezzo su servizi e prodotti, mentre il 48%, per un totale di circa 11 milioni di utenti consulta siti di «mass merchandiser», dove è possibile acquistare prodotti.

Iab Italia. «Siamo lieti di confermare le nostre previsioni di crescita del mercato dell'advertising online al 10,5%, in un contesto che vede gli altri media in sensibile difficoltà - ha detto Layla Pavone, Presidente Iab Italia - siamo però anche convinti che le aziende debbano imparare velocemente a capitalizzare le potenzialità di Internet per la propria innovazione, modificando il modo di comunicare e fare business per la propria competitività.
Questo processo passa anche attraverso un ripensamento degli investimenti pubblicitari».

Il Messaggero.it