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martedì 24 novembre 2009

L'ultima battaglia ai pirati della musica

Le nuove strategie delle major discografiche.
Ma c'è anche chi si è inventato un inedito dei Beatles

Da «Please Please Me» a «Let it Be», i Beatles hanno inciso tredici album e poi si sono sciolti.
Ma in un universo parallelo John, George, Paul e Ringo suonano ancora insieme, vanno in tour e continuano a pubblicare dischi, come racconta un blogger californiano che per provarlo ha portato su questo pianeta il loro quattordicesimo album.

La storia di James Richards (ma non è questo il suo vero nome) non sfigurerebbe in un libro di fantascienza: poco più di due mesi fa, in seguito a un incidente, perde coscienza, per risvegliarsi poi in un luogo sconosciuto.
L'uomo che lo salva possiede una vasta collezione di cassette, e su una di queste è registrato appunto «Everyday Chemistry» dei quattro di Liverpool.
Fortunosamente, Richards la riporta a casa e ne ricava dei file Mp3.

È l’altra faccia della pirateria musicale: il disco nasce infatti dai lavori solisti dei Fab Four, tagliuzzati e ricomposti per unire «Imagine» e «Band On the Run», le divagazioni mistiche di Harrison e le sperimentazioni di Starr in undici canzoni gradevoli, ma che certo non resteranno nella storia del rock.
È illegale, perché realizzato senza l’autorizzazione delle case discografiche, ma circola nelle reti Peer To Peer come tutti i dischi in commercio (comprese le recenti rimasterizzazioni dei Beatles).
Anzi, «Everyday Chemistry», da virtuale è finito col diventare reale: qualcuno ha pensato bene di stamparne una copia su cd e venderla all’asta su eBay neanche fosse una rarità. Eppure dal sito di James Richards (thebeatlesneverbrokeup.com) le canzoni si scaricano gratis.

LA STAMPA.it