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martedì 29 settembre 2009

Stop all’abbonamento con una raccomandata e 5,16 euro

Basta col canone Rai?
Si può fare e costa pure poco: appena 5,16 euro.
Ma non chiamiamola evasione fiscale, altrimenti si arrabbia anche l’ex pm Antonio Di Pietro che l’altro giorno l’ha detto: «Non pago più, disdico e guardo solo Sky».
È piuttosto «disubbidienza» con la u, come la definì nel 1981 l’allora leader radicale Francesco Rutelli.



La disdetta
Basta una raccomandata con ricevuta di ritorno intestata all’Agenzia delle Entrate, Ufficio Torino 1 - Sat sportello abbonamenti tv Casella postale 22, 10121 Torino. Il sottoscritto eccetera, residente in via eccetera «chiede la cessazione del canone tv e di far suggellare il televisore detenuto presso la propria abitazione», facendo presente che non si possiede «nessun altro apparecchio atto e adattabile alla ricezione delle radioaudizioni». Perché se tecnicamente è vero che computer, Playstation portatili o i telefonini di ultima generazione di fatto possono ricevere il segnale tv, il ministero delle Comunicazioni (interpellato dall’Agenzia delle Entrate dopo un ricorso dell’Aduc - consultabile sul sito www.aduc.it) non ha ancora sciolto ufficialmente le sue riserve.
Alla richiesta bisogna aggiungere una tassa da 5,16 euro per la disdetta, sulla quale indicare il numero dell’abbonamento, e soprattutto bisogna aggiungere questo passaggio: «Dichiaro altresì di non essere più in possesso del libretto di abbonamento e chiedo a norma degli art. 2 e 8 della legge 241/90 quale procedimento amministrativo intende seguire l’Urar tv ai fini del completamento di quanto disposto dall’art. 10 del Regio Decreto n° 246 del 21 febbraio 1938».