Ofer Adler: le sue «faccine» su 300 milioni di mail al mese
TEL AVIV — Gli andò più o meno come a chi vince il Superenalotto: minimo investimento, il prezzo del biglietto di «Mission: Impossible», rendimento da centinaia di milioni l’anno.
La differenza è che in quelle due ore di film, in quel cinema di Tel Aviv, in quella sera del 1996, il biglietto non bastava e, per aiutare la fortuna, il giovane broker Ofer Adler ci mise anche un’idea meravigliosa. Il colpo di scena: «C’è un momento in cui Tom Cruise manda una email. Sullo schermo, quando clicca, si vede il disegnino d’una busta che si chiude e vola via. 'Cool!', mi sono detto, che forza, chissà dove si trova quel programma. Il giorno dopo mi sono messo a cercarlo, ma non esisteva, era solo una fantasia degli sceneggiatori del film: nonostante tutte le innovazioni della computer grafica, il mondo delle email era lo stesso da anni. Allora avevo 26 anni, ero già stanco del mio impiego alla Borsa di Tel Aviv, quella vera dove ci si sgolava e si correva, non quella telematica di oggi. Pensai: perché non inventare qualcosa di divertente per chi manda messaggi? Mi misi a lavorarci con mio cugino Yaron, mago dei computer. E c’inventammo gli emoticons, poi le stelline, poi le musichette...».