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mercoledì 1 aprile 2009

Twitter, l'anti-Facebook che piace tanto a Google

Ha per simbolo un uccellino, vuol dire "cinguettio": è un social network di sms, mail e messaggi. Dal 2006 ha messo insieme sei milioni di utenti


Piace a Barack Obama, e a Britney Spears.
Il presidente ci ha fatto campagna elettorale, lei l'ha usato per parlare di frullati e paparazzi.
Entrambi sono stati ugualmente brevi: centoquaranta caratteri non uno di più
.
I loro messaggi sono passati sulla piattaforma di microblogging Twitter, dove tutto ruota attorno alla domanda: "Che stai facendo adesso?". Si risponde con sms, messaggeria istantanea, e-mail, feed RSS. Subito, sull'onda. "Utente cucina strepitosa torta di mele". Sei milioni di utenti registrati dal 2006 quando è nato. Facebook ha cercato di comprarlo, ora è Google che si fa avanti. Perché tanto interesse?

Mentre uno chef entusiasta del New Jersey infornava il suo dolce, dall'altro capo del mondo "utente in hotel Mumbai è sotto attacco terroristi". Ottanta messaggi ogni cinque secondi sono partiti da testimoni dell'attentato nell'albergo indiano nel novembre scorso.
Cronaca per istantanee, flash di informazioni, socialità e business, amicizia e politica. Durante il discorso di insediamento di Obama, con perfetto contrappasso mediatico, una ventina di senatori e oltre 60 deputati hanno digitato per fare i loro (non sempre elogiativi) commenti.

Ecco, in poche parole Twitter è molto. Un po' Facebook, ma più leggero e immediato. Spartano nella grafica come Google, ma adesso: non archivia notizie, le dà subito. È social network, mette in contatto.
Ma anche microgiornalismo, haiku di articoli che possono persino cambiare il corso degli eventi. Come appunto a Mumbai, o a New York: "utente su aereo vittima di bird strike atterra sull'Hudson"". 140 battute di testo per segnalare prima di chiunque altro l'inusitato ammaraggio.



Brevi cinguettìi nel coro informatico: questo significa twitter
che ha come logo un uccellino. Versi di informazioni sul qui e ora nell'esatto qui e ora di tutti i "followers", gli interlocutori che ognuno può accettare di ascoltare (ma è possibile anche dialogare con tutti, senza restrizioni, un'eco pazzesca).
Registrazione gratuita, poco altro da imparare per entrare nel concerto. Si pubblicano i twitt, frasi minimali(ste) su cosa si sta facendo in quell'esatto momento.
Chi ha scelto di seguire legge, e risponde, e riceve, e rimanda in un'interminabile sequenza frazionata del tempo. Tutte le schegge di testo vengono pubblicate sulla Pubblic Timeline, dove ci sono i cinguettìi provenienti da ovunque, all'unisono.

Lo scopo. La socialità, la tracciabilità, l'iperconnessione. Il mezzo più breve per il flusso di coscienza internettiano, la geografia delle emozioni proprio in quell'unico transitorio istante che non tornerà più, la manìa del tempo reale.
Chi twitta vuole iconizzare il proprio status, la propria attualità sincronica, anche quando informa su propri gusti e disponibilità economiche: "Utente compra scarpe da mille euro".
Dal settembre 2007 a quello successivo Twitter è diventato il social network che ha registrato il più alto incremento di utenti (+600%) e di visitatori unici (+343%).
È molto indietro rispetto ai big del genere, ma a febbraio Compete. com, misuratore di accessi web, nella sua classifica l'ha piazzato per terzo: davanti ha solo MySpace e al primo posto Facebook, il più popolare di tutti (ieri di nuovo attaccato da hacker, la quinta volta in una settimana).

A novembre FB ha provato a comprare Twitter per 500 milioni di dollari, ma l'Obvious Corp, la società di San Francisco che fa capo ai tre 30enni californiani (Jack Dorsey, Evan Williams, Biz Stone) che l'hanno creato, hanno detto no grazie: "Vogliamo mantenere la nostra indipendenza".
Pare che in realtà il rifiuto sia stato dovuto alle modalità di pagamento: stock options FB, troppo volatili anche per i tre che hanno inventato lo svolazzante cinguettìo. Ma le trattative vanno avanti, e adesso anche rumors sull'interesse all'acquisto di Google. La disarmante facilità è una sua dote, e anche quell'intimità digitale che consente.
Ma pure lo "stato d'ansia", altro significato di twitter, è interessante.
Compulsivo desiderio della diretta, per dire i frammenti della vita in onda.