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venerdì 6 marzo 2009

Yahoo, inizia l'era Bartz: «Saremo più veloci e vicini ai clienti»

Gianni Rusconi

L'essenza del nuovo corso di Yahoo! è forse nello scritto pubblicato da Carol Bartz sul corporate blog della società californiana ieri mattina, scritto a cui ha fatto eco, praticamente in contemporanea, la lunga e dettagliata lettera che la stessa Bartz ha indirizzato a tutti i dipendenti.

Dopo sei settimane passate ad analizzare dati, impressioni e testimonianze il nuovo Ceo ha estratto dal cilindro la soluzione per uscire dall'impasse e affrontare la crisi con il vento in poppa. L'annunciata riorganizzazione si è quindi materializzata e dato nuovi spunti di riflessione agli analisti finanziari americani, che poche ore prima avevano registrato la prossima dipartita dalla casa di Sunnyvale del direttore finanziario Blake Jorgensen, che resterà in azienda per un periodo di transizione fino a quando non sarà stato nominato il suo sostituto.
Il proclama della Bartz si può riassumere in tre concetti, quelli che secondo l'ex numero uno di Autodesk saranno i capisaldi della società nell'immediato futuro: Yahoo! deve essere più veloce, semplice e rispondente per chi utilizza i suoi servizi.
La nuova struttura di management è finalizzata a questo triplice obiettivo, sradicata dalla vecchia impostazione a silos e, come si può intuire, riflette una precisa volontà di essere più attenta ai clienti come diretta conseguenza di processi decisionali più rapidi ed efficienti.
Clienti che sono i milioni di utenti che navigano sui siti del network Yahoo! e ne utilizzano i servizi ma anche gli investitori pubblicitari, che rispetto all'attuale strategia spesso sono gestiti tramite la rete delle media agency e delle concessionarie partner.
Oltre ai clienti, l'altra priorità messa nero su bianco dalla Bartz è il marchio: occorre superare, questo il messaggio esplicito lanciato dall'amministratore delegato, la poca chiarezza che negli anni passati ha contraddistinto l'identità del brand.

Cosa vuole essere e cosa sarà da oggi in poi Yahoo! lo si può dedurre da alcuni cambiamenti previsti in sede di riorganizzazione.
La componente prodotti & tecnologia, per esempio, verrà unificata in un unico gruppo (guidato dall'Executive Vice President Ari Balogh) che sarà responsabile in toto – rispondendo delle sue attività direttamente al Ceo – delle strategie di sviluppo delle architetture e dell'offering.
Ai prodotti si aggiungono servizi e contenuti e per "venderli" sul mercato la Bartz ha deciso di concentrare gli sforzi su due entità, una dedita al business in Nord America e una seconda deputata a gestire tutte le attività internazionali (che prima erano invece separate fra Europa, Asia Pacific e mercati emergenti).
Il previsto "shake up" delle poltrone ci sarà, sarà esteso a vari livelli e porterà a scoprire momentaneamente alcune funzioni; fra queste c'è anche quella che guiderà l'unità di "customer advocacy", ritenuta fondamentale per cogliere immediatamente i segnali in arrivo da clienti e investitori pubblicitari.
Alcuni analisti hanno rimarcato come il restailing organizzativo della Bartz sia fortemente ispirato a un modello di potere centralizzato (nelle mani del Ceo) e questo riaprirebbe più facilmente le porte al tanto discusso accordo con Microsoft per quanto riguarda le attività legate ai servizi di search.
In realtà, dicono fonti vicine al board della società californiana, la nuova struttura di management nulla inficia sulla possibilità o meno di risedersi al tavolo delle trattative con il gigante di Redmond.
Anzi. La maggiore integrazione (a livello tecnologico e commerciale) fra le attività di advertising potrebbe rappresentare un segno di chiusura verso possibili abboccamenti dall'esterno per singoli asset societari.
Di certo, e questo lo dicono a chiare lettere i portavoce, Yahoo continuerà a ritenere una priorità chiave il mercato mobile, e quindi tutto l'universo di contenuti e servizi per cellulari, smartphone e device portatili in genere.
La sfida per il "sergente di ferro" Bartz, maligna qualcuno, è però solo all'inizio ma in ogni caso il piglio con il quale il nuovo Ceo ha ribaltato le gerarchie aziendali costituisce sicuramente una novità rispetto al recente passato.