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martedì 31 marzo 2009

Cellulari low cost, tariffe a confronto

Quanto costa telefonare con i 14 «operatori virtuali» 1,5 milioni di clienti.
«In 4 anni saranno 7 milioni»



Edoardo Segantini

Chi, tra gli operatori mobili virtuali, è anche virtuoso? L'ultimo arrivato è Erg Mobile, che userà l'infrastruttura di Vodafone, le piattaforme tecnologiche di Nokia Siemens e la catena dei distributori di benzina di Erg Petroli. Il prossimo sarà Intesa Sanpaolo, che conterà sulla sua vasta rete di clienti, sportelli e servizi bancari. Partiti in ritardo rispetto ad altri Paesi d'Europa, in Italia gli operatori mobili virtuali esistono solo dal giugno 2007. Sono infatti 14 (ma solo 10 hanno un'offerta commerciale operativa) rispetto ai 30 della Gran Bretagna, ai 50 della Germania e ai 60 della piccola Olanda. E al 31 dicembre 2008, il dato ufficiale più recente, contavano un milione e mezzo di clienti. Stiamo parlando di quegli operatori che, non possedendo una propria infrastruttura, affittano quelle di Tim, Vodafone, Wind e 3 per offrire i propri servizi: si va dal leader di mercato PosteMobile (con circa 900 mila clienti e il 60% del mercato) ai big della grande distribuzione (Coop, Conad, Auchan e Carrefour), agli operatori di rete fissa come Fastweb e Bt, fino all'interessante fenomeno nuovo degli operatori cosiddetti «etnici», quelli cioè che servono grandi comunità come i cinesi e i filippini (gli stranieri in Italia sono in totale 4 milioni). Per questo tipo di utenti i servizi mobili in prospettiva possono diventare alternativi agli stessi phone center.

Dopo il confronto tariffario tra operatori tradizionali (Corriere della Sera dell'11 novembre 2008), abbiamo provato a paragonare le varie proposte dei virtuali sulla base di dati e metodologie utilizzati dall'Autorità per le Comunicazioni Agcom. Ne abbiamo ricavato il grafico pubblicato qui accanto. Il metodo scelto è quello adottato dall'authority britannica Ofcom e ritenuto valido dall'Agcom italiana: consiste nel definire diverse tipologie di consumatori — i basket (panieri), che in questo caso sono due — nell'identificare le varie offerte disponibili, confrontare i prezzi e mettere a fuoco le proposte più convenienti. I due tipi di profili considerati sono, il primo (paniere 1), una persona che totalizza 60 minuti di conversazioni telefoniche al mese e non manda sms né mms; il secondo (paniere 2) è un cliente che fa telefonate per un totale di 380 minuti mensili incluse alcune chiamate internazionali e invia 60 sms. Qualche avvertenza è indispensabile.

Non vengono prese in considerazione le offerte flat (a forfait), vantaggiose per chi telefona molto, perché questo renderebbe complicatissimo un confronto omogeneo. Peraltro alcuni operatori virtuali hanno esclusivamente — Fastweb e Daily Telecom (quest'ultimo specializzato in comunicazioni con la Cina) — o prevalentemente (PosteMobile) offerte flat o semi-flat. Se le avessimo incluse, i risultati del confronto sarebbero usciti sostanzialmente modificati, soprattutto nel paniere 2. In particolare PosteMobile, Fastweb, Daily Telecom e Noypi (di proprietà della telecom filippina Pldt) sarebbero emersi come i più convenienti. Inoltre non sono considerate le modalità di tariffazione, al secondo o a scatto anticipato di 30 o 60 secondi, né vengono calcolati i costi di attivazione del piano e i costi una tantum. Dal confronto infine sono esclusi Bt, filiale italiana del colosso britannico British Telecom, orientata esclusivamente alla clientela business, e Erg, l'ultimo arrivato, che non ha ancora commercializzato il servizio.

Come si può vedere dalle tabelle, l'offerta più conveniente per entrambi i tipi di consumatori è quella di Conad, presente sul mercato con il marchio ConadInsim. Seguita — nel basket 1 (il consumatore che telefona solo per un'ora al mese) — da PosteMobile, Telepass (brand di Autostrade), Coop Voce (Coop Italia), Uno Mobile (Carrefour), Amobile (Auchan) e Noypi. Secondo i nostri conti infatti il consumatore del primo tipo spende 8,8 euro al mese con ConadInsim, 9,6 con PosteMobile, 9,8 con Telepass, 10,2 con Coop Voce, 10,8 con Uno Mobile, 10,8 con AMobile e 13,4 con Noypi. Se invece consideriamo il consumatore del secondo tipo (che totalizza 380 minuti al mese e 60 sms), la graduatoria della convenienza cambia un po': al primo posto rimane ConadInsim (70,1 euro mensili), al secondo si posiziona Telepass (75,6), al terzo PosteMobile (78,8), al quarto AMobile (81,1), al quinto Uno Mobile (82), al sesto Coop Voce (83) e al settimo Noypi (89,2). Come abbiamo detto — ma conviene ripeterlo — l'inclusione di offerte flat e semi-flat modificherebbe i risultati, sia nell'ordine di graduatoria che nell'ammontare della spesa, perché questo tipo di offerte consente ai sottoscrittori di ottenere forti risparmi, soprattutto per chi telefona molto e all'estero come nel caso dei filippini o dei cinesi che da città come Milano, Prato o Roma chiamano i parenti a Manila o a Shanghai.

Apparentemente le diverse offerte non presentano differenze di prezzo clamorose. In generale costano poco e sono più facili da capire di quelle degli operatori tradizionali, che fanno parlare di «giungla tariffaria». In realtà, per gli operatori mobili virtuali il telefono è un'offerta che completa il servizio principale, postale o di supermercato che sia. Le varie formule vanno perciò confrontate più analiticamente esaminando i vari siti Internet (in genere piuttosto chiari). Poste Italiane, per esempio, consente di associare vantaggiosamente la propria sim alla carta Postepay o al Bancoposta. Con Conad, Auchan, Carrefour e Coop invece (quest'ultima numero due come quota di mercato) facendo un certo quantitativo di spesa si ottiene un certo bonus di traffico telefonico. Diverso da tutti il caso di Fastweb, che offre ai propri abbonati i vantaggi di una completa integrazione fisso-mobile-Internet (l'azienda svizzera è anche operatore di rete fissa, parte della quale in fibra ottica, una delle più avanzate del mondo). Quanto a vitalità del mercato, l'Italia è ancora alla fase uno: gli operatori mobili virtuali, pur esercitando uno stimolo competitivo, non fanno ancora piena concorrenza agli operatori mobili reali (chiamati host), che appunto li «ospitano» a pagamento sulle proprie reti. Nel senso che lasciano tutta la parte tecnica nelle mani dei «padroni di casa» limitandosi a gestire il marketing, le vendite e l'assistenza ai clienti. Ma, secondo le previsioni, è probabile che in poco tempo si passi alla fase due, quella in cui i virtuali svilupperanno una concorrenza molto più aggressiva. Concentrandosi su segmenti di utenza che gli operatori «generalisti» non riescono a seguire. Gli operatori etnici sono soltanto l'inizio.