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giovedì 26 febbraio 2009

Collo bloccato, mal di mouse La mappa dei "tecno malanni"

Una ricerca dimostra che l'uso prolungato del computer provoca danni fin dall'adolescenza. Prevenirli non è impossibile ma la regola d'oro è sempre la stessa: fare una pausa ogni tanto



di Sara Ficocelli

Trascorrere dalle 10 alle 12 ore davanti al computer è qualcosa che accade a moltissime persone, dato che spesso lo si usa sia a lavoro che a casa. Secondo una ricerca della Stellenbosch University di Tygerberg, in Sud Africa, uno stile di vita di questo tipo provoca dolore al collo e alla testa, e l'aspetto più inquietante è che il disturbo non colpisce solo gli adulti ma anche i giovanissimi. Il team di ricerca sudafricano ha preso in esame 1073 studenti del liceo dell'età di circa 16 anni: il 48% di questi frequenta scuole dove si usa regolarmente il computer e di questi il 43% utilizza il computer per 8,5 ore a settimana o più. Stando ai dati raccolti, solo il 16% di chi passa meno di cinque ore davanti al pc soffre di disturbi al collo, contro il 48% di quelli che stanno al computer dalle 25 alle 30 ore a settimana, che invece lamentano dolori forti e mal di testa.

Ma questo non è l'unico danno provocato da una vita in gran parte trascorsa davanti al videoterminale (VDT). Secondo uno studio dell'Istituto italiano di medicina sociale, quasi il 46% dei lavoratori dell'Unione europea lavora in posizioni dolorose o stancanti. Secondo i risultati preliminari di una ricerca realizzata dal dipartimento di Medicina del Lavoro dell'università degli studi di Bari e dal Centro Europeo Colonna Vertebrale (CECV), la postura lavorativa fissa al pc potrebbe provocare ipercifosi dorsale e l'uso prolungato del mouse l'epicondilite, un'infiammazione dei tendini dovuta a movimenti eccessivamente ripetuti o effettuati con troppa intensità (tanto che in Danimarca quattro casi di malattia del gomito del tennista sono stati recentemente dichiarati malattie professionali). C'è poi la sindrome del tunnel carpale, un dolore al polso che si irradia fino alla mano a causa dell'uso sbagliato del mouse.

La prevenzione più efficace contro questi disturbi è la stessa indicata nel DM 2 ottobre 2000 che prevede le "Linee guida d'uso dei videoterminali". Importante è assumere la postura corretta di fronte al video, con piedi ben poggiati al pavimento e schiena allo schienale della sedia nel tratto lombare, regolando l'altezza della sedia e l'inclinazione dello schienale. Lo schermo deve essere posizionato di fronte in maniera che, anche agendo su eventuali meccanismi di regolazione, lo spigolo superiore si trovi un po' più in basso dell'orizzontale che passa per gli occhi dell'operatore e a una distanza di circa 50-70 cm. La tastiera deve stare davanti allo schermo e il mouse vicino a questa, in modo che entrambi siano facilmente raggiungibili; gli avambracci vanno tenuti appoggiati sulla scrivania così da alleggerire la tensione dei muscoli del collo e delle spalle. Infine occorre evitare posizioni fisse per tempi prolungati e nel caso in cui ciò sia impossibile gli esperti raccomandano di fare frequenti esercizi di rilassamento a collo, schiena, braccia e gambe. Per curare la sindrome del tunnel carpale esistono trattamenti antinfiammatori generali, iniezioni locali di antinfiammatori e, in ultima istanza, l'intervento chirurgico.

L'uso prolungato del video può anche provocare danni alla pelle: uno studio recente eseguito su 3000 lavoratori svedesi, selezionati casualmente e di età compresa tra i 18 e i 64 anni, ha dimostrato che chi lavora al computer è più soggetto di altri a disturbi come la rosacea, la dermatite seborroica, l'eritema aspecifico e l'acne.
Provocate dall'esposizione ai campi elettromagnetici dei videoterminali, le "screen dermatitis" sono caratterizzate da sensazioni di prurito, bruciore, tensione cutanea e dolore. Ma il dottor Roberto Moccaldi, coordinatore di medicina del lavoro e radioprotezione del CNR, nel corso di un convegno dedicato a questi temi ha rassicurato: "Quando un organismo interagisce con un campo elettromagnetico, il suo equilibrio viene perturbato, ma ciò non si traduce automaticamente in un danno. I dati scientifici finora disponibili non forniscono un'adeguata dimostrazione di un rapporto causa-effetto tra campi elettromagnetici e comparsa di "electricity hypersensitivity"".

Per quanto riguarda la vista, gli oculisti ricordano che l'utilizzo del computer non provoca un peggioramento delle nostre capacità visive ma, semplicemente, affatica gli occhi e fa perdere al nervo ottico elasticità. Per combattere questi disturbi bisogna utilizzare un coprischermo anabbagliante, tenere la stanza ben illuminata e, se necessario, far uso di occhiali riposanti, consigliati dall'oculista. Chi ha il portatile farebbe bene a lavorare con una tastiera esterna e un mouse separato e se i caratteri sullo schermo del notebook sono inferiori a 3 mm gli esperti consigliano l'utilizzo di uno schermo esterno. Buona norma è anche quella di spegnere il pc o distogliere lo sguardo almeno ogni due ore, dando un po' di sollievo agli occhi con il cosiddetto palming: appoggiare i gomiti sulla scrivania a 10-15 centimetri di distanza l'uno dall'altro, chiudere le mani a conchiglia e appoggiarle sopra gli occhi, sostenendo leggermente la fronte con le dita. O, altrimenti, uscire fuori casa o dall'ufficio con una scusa qualsiasi e fare una passeggiata.