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venerdì 30 gennaio 2009

Pirateria informatica, Vicenza da record

Vicenza. Il Veneto sarà anche virtuoso rispetto al resto d'Italia, ma quanto a tasso di pirateria informatica batte l'intero Nord.
E Vicenza è la più cattiva tra le province della regione
. Infatti nella classifica presentata da Microsoft Italia su chi copia di più illegalmente programmi per computer siamo in testa con un 18,2% davanti a Verona, seconda, che si ferma al 15,1%.

Il tasso di pirateria informatica riscontrato nel Veneto dall’azienda di Bill Gates (che detiene praticamente quasi un monopolio mondiale nel campo del software) è pari al 9,1 per cento contro una media nazionale che si attesta sul 49 per cento.
L’Italia risulta essere il secondo paese a livello europeo, preceduto solo dalla Grecia con il 61 per cento, ben al di sopra della media tra le nazioni Ue che è del 34 per cento.

In Veneto la pirateria dei prodotti di Microsoft, come Office o Windows, è persino diminuita negli ultimi due anni di tre punti percentuali, ma resta comunque la prima regione del Nord in quanto a contraffazione e clonazione degli originali. Infatti la Lombardia è più virtuosa con l’8,9 per cento, il Piemonte si attesta al 4,7 per cento, il Friuli Venezia Giulia si ferma al 4 per cento e il Trentino Alto Adige addirittura al 2 per cento.

I dati sono emersi da una ricerca condotta dalla Divisione software originale di Microsoft Italia denominata «Mistery Shopper» e presentata a Verona dal direttore Marco Ornago, che ha sguinzagliato incaricati dell’azienda nei vari rivenditori fingendosi acquirenti e verificando così la conformità alle norme di legge e contrattuali nell’atto di vendita. Gli addetti hanno controllato in questo modo oltre 693 punti vendita e hanno fornito supporto ai rivenditori per mettersi in regola. Negli ultimi anni sono già 400mila nel Veneto le verifiche di questo tipo, 8 milioni in Italia.

Ma come impedire la contraffazione e la pirateria? A chi suggerisce di abbassare i prezzi, giudicati da molti ancora troppo elevati, Ornago risponde spiegando: «Da una parte è colpa nostra, che non riusciamo a comunicare più efficacemente le nostre offerte che di fatto permettono per esempio di avere tre licenze a 99 euro, dall’altra però c’è anche una presa di posizione di una fetta dei consumatori che per partito preso giudica eccessivamente cari i programmi senza magari conoscere le offerte».