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martedì 21 ottobre 2008

Guerra aperta contro i siti islamisti E per «Aqsatube» Hamas accusa Fbi

Oscurato il sito usato per scambiare video dedicati alla lotta armata.
Per il movimento palestinese, gli americani sono riusciti a far chiudere il sito con il logo simile a quello di YouTube.

WASHINGTON – È ormai guerra aperta contro i siti islamisti, con intelligence e hackers impegnati nel bloccare le "pagine" che diffondono la propaganda estremista. Il movimento palestinese Hamas ha accusato l’americana Fbi e lo Shin Bet israeliano di essere riusciti a far chiudere «Aqsatube», un sito con il logo simile a quello del famoso YouTube usato per scambiare video dedicati alla lotta armata. Secondo i palestinesi, le autorità avrebbero esercitato pressioni sul server che ospitava il portale: una manovra favorita dal fatto che si trova negli Usa.

SOSPENSIONE DEI SERVIZI - L’azione contro «Aqsatube» è coincisa con le difficoltà denunciate da altri importanti siti islamisti. Almeno tre di loro hanno annunciato una momentanea sospensione dei servizi imputandola a motivi tecnici. Ma è possibile che siano stati messi fuori uso da incursioni degli 007 o dei "cacciatori di teste" privati, che conducono per conto di governi o "in proprio" una lotta senza quartiere ai siti vicini ad Al Qaeda.

LE RAGIONI DEL BLOCCO SUL WEB - Alla vigilia dell’11 settembre un attacco aveva impedito ai terroristi di As Sahab, la casa di produzione qaedista, di diffondere in tempo un video per «celebrare» l’attentato. Il ripetersi degli incidenti ha spinto alcuni cyber-jihadisti a mettere in guardia i loro compagni ed ha causato reazioni a volte isteriche. Secondo gli esperti il blocco sul web dimostra: 1) La rete qaedista è vulnerabile. 2) I forum possono essere neutralizzati per giorni. 3) I simpatizzanti si sentono meno sicuri e diventano sospettosi. 4) Con i principali siti fuoriuso, prendono piede e si diffondono quelli di "secondo livello", meno sofisticati e meno attendibili.

Guido Olimpio