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martedì 5 agosto 2008

Sguardi in metrò, a Berlino un sito per ritrovarsi

BERLINO — Una seconda volta. Ci fosse una seconda volta, invece lei (lui) t'ha guardato, forse sorriso, e poi è scesa alla stazione del metrò, mentre le porte, come succedeva a Gwyneth Paltrow in Sliding Doors, chiudevano dietro di sé ogni possibilità di un amore fugace ed effimero.

E invece, a Berlino e a Parigi si sono attrezzati per offrire ai passeggeri la seconda chance di un incontro. Basta andare sul sito del gestore della metropolitana a Berlino BVG a Parigi: Parisbulle iscriversi, e poi lasciare un messaggio in bottiglia all'anima (gemella) appena incontrata e già persa: «Alle 3, sulla S41: sei salita, avevi hot pant neri e una maglietta rossa, i capelli biondi e lunghi. Hai schivato la mia bici. Non penso che a te». Lei, sullo stesso sito Internet può andare a cercarlo, impostare le coordinate e l'ora dell'incontro, rispondergli. Nessuno sa dire quanti messaggi vengono raccolti, e se lo sapessero non lo rivelerebbero: «Privacy», dice la Bvg.

Ha iniziato Parigi, Berlino ha copiato raccogliendo anche più entusiasmo. Da quando l'esperimento è iniziato nel febbraio 2007, gli iscritti sono 3.100, un milione i contatti. Amori giovani, spesso under 25, amori multietnici. «Ore 3. Sei entrata a Lepoldplatz. Molto probabilmente sei araba, portavi degli short blu della Nike. Ti trovo molto dolce. Fatti viva».

L'amore mobile, lo chiamano a Parigi. Seicento di questi messaggi li hanno raccolti in un libro («L'amour mobile», appunto, di Frank Beau). E se il colpo di fulmine sul treno è un classico hollywoodiano (ricordate Jack Lemon e Tony Curtis, in fuga dalla Chicago dei gangster, e folgorati da «Zucchero» Marilyn in «A qualcuno piace caldo»? Cary Grant e Eva Marie Saint in «Intrigo internazionale»?), c'è chi dice che l'amore «metropolitano » ha i tratti della modernità. «C'è un carattere romantico peculiare nelle storie che nascono nel metrò — dice Georges Amar, responsabile del team dell'innovazione alla Ratp (trasporti pubblici) a Parigi. — La velocità, ritmata dai movimenti della città, fatta di sequenze spezzate, e poi quell'impasto di reale e di virtuale». Storie «microscopiche, ma in gran numero», «affetti positivi» perché è ora di smettere di «pensare alla mobilità come a una parentesi: è un momento di vita sociale, la cui natura non è stata ancora studiata».

E allora, gli incontri. Fatti di sguardi. «I tuoi occhi blu mi hanno del tutto stregato. Ci siamo incrociati più volte» (Myriam, Berlino). Di sfioramenti fortuiti o volontari, l'accelerazione della seduzione mobile: «Mi hai offerto il tuo posto. Poi ci samo ritrovati in piedi. Mi hai carezzato la mano. Sei sceso a Châtelet, io sono rimasta sull'Rer» (Chloe, Parigi). Gli incontri buffi: «Mentre si chiudevano le porte, mi hanno spinto violentemente verso di te. T'ho pestato il piede, m'è caduta la borsa, e tu m'ha aiutato a raccogliere le carote e i pomodori. Sono uscita guardandoti negli occhi, senza dirti niente » (Kro, Parigi)». Telefonini, Ipod, tutto serve a rimorchiare. «Ti ho chiesto: come si chiama il tuo telefonino? E tu: Blackberry » (Michael, Berlino).

L'estenuante attesa dei pendolari e di chi non ha coraggio: «La osservo da qualche settimana, mentre va a lavorare. Lei sale a Auber, linea 9. Spesso siamo seduti vicini. E lei, mi ha notato?» Sliding doors Helen (Gwyneth Paltrow in alto) sta con Gerry (John Lynch, qui accanto) ma in metrò la sua vita si divide in due. A destra le home page del sito tedesco e di quello francese con due messaggi.

Mara Gergolet