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lunedì 7 luglio 2008

Tenere un blog aiuta a vivere meglio rende meno ansiosi e più socievoli

Saranno pure nerd ma almeno sono felici. Basta con le preoccupazioni: di blog non si muore ma soprattutto bloggando si vive meglio. Lo dice uno studio condotto dal ricercatore James Baker dell'università australiana di Swinburne che ha monitorato per due mesi gli stati emozionali di alcuni nuovi utenti di MySpace. Sessanta giorni trascorsi tra social network e diari online basterebbero per far sentire gli utenti meno soli e più connessi con gli altri. Ma non solo. Lo studio ha dimostrato che dopo due mesi di attività su un social network, dalla semplice richiesta di amicizia allo scambio di video, tutti gli utenti si sentono meno ansiosi e depressi ma quelli che hanno affiancato a queste attività quelle del blogging vivono meglio anche le relazioni fuori dal web.

Attenzione però, la ricerca australiana non ha preso in considerazione chi tiene blog a livello più alto, come potrebbe essere ad esempio Beppe Grillo, che in una recente classifica dei blog più influenti al mondo redatta da The Guardian si è classificato al nono posto, o la regina di tutti i media PerezHilton, al secolo Mario Lavandeira, intraprendente pettegolo di origine cubana che grazie al suo blog, nel quale rivela i segreti più piccanti del gossip internazionale, è diventato famoso come una star hollywoodiana. A loro forse, come sosteneva il New York Times in una recente inchiesta sui pericoli del blogging, postare quotidianamente notizie sempre fresche e nuove potrebbe fare male alla salute. Ma ai tanti e piccoli scrittori che aprono finestre virtuali sulle loro vite farebbe bene all'umore, alle relazioni interpersonali e addirittura al senso critico.

A conferma, oltre ai risultati diffusi dall'università di Swinburne, dagli Stati Uniti arrivano altri dati. Secondo Fernett e Brock Eide, neurologi specializzati nello studio dell'apprendimento nei giovani, il blog rende chi lo apre un miglior pensatore. I due medici sono partiti dalla constatazione che le attività mentali dell'uomo possono causare dei cambiamenti nella struttura del cervello, non solo rispetto a ciò a che si pensa ma anche a come si pensa. Ecco dunque che il blog è stato preso ad esempio come una nuova attività fondamentale del comportamento umano che potrebbe cambiare radicalmente la maniera di pensare delle persone fino a concludere che bloggare può potenziare la creatività, l'intuito e il ragionamento per associazioni. La facilità con cui chiunque può pubblicare un blog online promuoverebbe dunque connessioni spontanee e accrescerebbe la creatività. I neurologi hanno inoltre concluso che i diari online migliorerebbero il pensiero critico e analitico anche solo perché, essendo ricchi di idee, informazioni e opinioni, facilitano lo scambio di pareri, il confronto e l'analisi.

Tornando allo studio condotto dal ricercatore australiano James Baker insieme alla professoressa Susan Moore dell'università di Swinburne, l'analisi si è svolta attraverso due metodi. Il primo ha comparato la qualità mentale di chi utilizza social network come MySpace e progetta di aprire un blog con quella di chi non ha mai pensato di tenere un diario online. Nel 2006 Baker ha somministrato un sondaggio casuale agli utenti di MySpace sulla loro volontà di bloggare: sui 164 utenti che hanno completato il sondaggio online 84 intendevano farlo.

"Abbiamo scoperto che quelli che pianificavano di aprire un blog apparivano meno stressati e negativi degli altri - ha spiegato James Baker - Questi utenti mancavano di supporto sociale e non erano soddisfatti delle loro relazioni e amicizie correnti oltre a utilizzare il dialogo come una forma per fronteggiare lo stress". Gli studiosi hanno concluso che tenere un blog è come scrivere un diario che aiuta le persone a esternare le proprie emozioni e a parlare dei propri sentimenti e problemi. La differenza con i diari cartacei sta però nel fatto che quelli online sono a carattere pubblico e invitano quindi gli altri a lasciare un'opinione su quello che leggono.

Dopo due mesi gli utenti che avevano risposto al sondaggio hanno partecipato alla seconda fase dello studio: "Chi aveva deciso di tenere un blog si sentiva socialmente inserito e più soddisfatto delle relazioni sociali e delle amicizie anche fuori dal web rispetto a quelli che non avevano aperto un blog - ha sintetizzato Baker - In tutti i casi analizzati, blogger o meno, gli utenti si sentivano comunque meno ansiosi, depressi e stressati".