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martedì 11 marzo 2008

Spielberg irrompe nei videogiochi

"L'obbiettivo è costruire un rapporto emotivo molto forte fra il protagonista e il giocatore. Perché solo quando qualcuno confesserà di aver pianto giocando, i videogame potranno dire di essere diventati una vera forma di narrazione". Ecco come Steven Spielberg, il regista hollywoodiano per eccellenza, intende entrare nel difficile regno dei pixel. Con un gioco emozionale intitolato per ora "progetto Lmno", dovrebbe uscire per Xbox 360 e PlayStation 3, capace di far sgorgare le lacrime a milioni e milioni di persone.

"E' come se Intrigo Internazionale di Hitchcock incontrasse E. T.", ha confessato a Newsweek Spielberg. Con l'unica differenza che l'extraterrestre in questo caso è una ragazza piuttosto avvenente. Ma non giocheremo nei suoi panni. A noi toccherà il ruolo di un ex agente segreto e a seconda del legame emotivo che istaureremo con la ragazza cambieranno tanto le sue abilità speciali, quanto la capacità di aiutarci. Insomma, se fra noi è lei sarà odio o amore, l'intero videogame muterà radicalmente. E muterà anche la trama, i colpi di scena, verosimilmente il finale. Bisognerà quindi fare molta attenzione a come ci relazioneremo alla vamp venuta da un altro mondo, perché l'intero videogame ruoterà attorno al quel rapporto.

Il combinare azioni ed emozioni, come se le prime fossero conseguenza delle seconde, nel mondo reale può apparire una banalità. In quelli digitali invece, parliamo dei giochi per console, è un'innovazione. Tutto sta nel capire come questo mondo emotivo verrà rappresentato senza apparire ridicolo ai tanti giocatori cresciuti a suon di calcio virtuale e zombie fatti di pixel da sterminare con la doppietta. Un compito arduo dato in mano a uno dei tanti studi di sviluppo della Electronic Arts, editore con un giro di affari di oltre due miliardi di dollari l'anno. Un colosso che ultimamente si è trovato a dover fronteggiare non solo i concorrenti abituali come Activision-Blizzard o Square Enix ma anche major hollywoodiane del calibro di Time Warner o Viacom. Tutte decise a mettere radici nel settore dei videogame. Settore giudicato strategico visto il calo degli incassi al botteghino, le vendite dei Dvd che languono, il crollo rovinoso di quelle dei compact.

Di qui la strategia di assimilazioni della E. A., come dimostra l'opa su Take Two e l'acquisizione di parte della Ubi Soft, e il coinvolgimento personaggi importanti del mondo dell'intrattenimento sul genere di Spielberg. Non a caso il regista di Duel, Lo Squalo, E. T., Jurassic Park, Schindler's List, Salvate il soldato Ryan e tanti altri successi, non è il primo cineasta a tentare la via dei giochi elettronici. James Cameron ne sta sviluppando uno, il progetto multimediale chiamato Avatar, stesso discorso vale per i fratelli Scott, mentre Johon Woo a settembre ha pubblicato Stranglehold. Un hard boiled interattivo tratto da uno dei suoi primi film girati a Hong Kong. Peccato che il gioco, in termini di emozioni espresse, non si sia distinto molto dalle abituali carneficine tanto in voga ultimamente. Spielberg invece punta più in alto. Punta a lasciare un segno toccando i sentimenti dei giocatori, cosa che è riuscita a pochi, anzi pochissimi videogame in passato come Final Fantasy VII e Ico.

"I giochi elettronici hanno appena iniziato a muovere i primi passi", aveva spiegato tempo fa a Repubblica Peter Molyneux, uno dei game designer più importanti in circolazione. "Assomigliano al cinema degli inizi, quello fatto solo di comiche. Nel caso dei videogame però si punta a trasmettere unicamente adrenalina e paura senza spingersi mai oltre". Ma chissà, magari Spielberg ci farà davvero piangere con Lmno o uno degli altri due giochi che sta progettando per conto della Electronic Arts. In fondo sul grande schermo c'è sempre risuscito molto bene.

Letto su LaRepubblica.it