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venerdì 27 luglio 2007

Windows Vista non è solo rose e fiori. Le spine? La (non) compatibilità

Del nuovo Windows 7 che verrà vi abbiamo dato notizia ieri. Ma non è la sola novità che ruota intorno all'universo del sistema operativo in versione pc della Microsoft. Iniziamo da quella meno recente, che risale a qualche settimana fa e che è passata del tutto inosservata o quasi in Italia. Non contenta del tutto, forse, dei risultati di vendita ottenuti sin d'ora – nonostante le dichiarazioni ufficiali siano di tutt'altro tono – i responsabili della divisione Windows hanno partorito nuovi sloga per favorire il passaggio degli utenti da Xp a Vista. Che jolly hanno giocato questa volta a Redmond? Quello della sicurezza, o meglio quello che raffigura il nuovo sistema operativo – dati di un'indagine alla mano - come il più sicuro di sempre (il Service Pack 1 arriverà a ogni buon conto entro fine 2007).

Rimangono però alcuni punti in sospeso sull'effettiva valenza di Vista come prodotto su cui investire di corsa rinunciando alle comunque avanzate funzionalità di Windows Xp. E sono per esempio la lamentata mancata compatibilità con dispositivi e periferiche digitali e software di terze parti (problema che in Microsoft ridimensionano sulla base del fatto che si tratta di una casistica molto esigua) o la scelta della scheda grafica più idonea per vivere al meglio l'esperienza del gaming. Gira e rigira si torna alla domanda che in molti si fecero al momento del lancio di Vista: per il nuovo Os è necessario un computer nuovo di zecca, pena il rischio di andare in contro a numerosi problemi di compatibilità fra il sistema operativo e le applicazioni software già caricate sulla macchina, vedi per esempio alcuni programmi di posta elettronica assai diffusi nelle aziende come Lotus Notes o servizi video come TiVo? Difficile dare una risposta ma certo è che – e non lo dicono i fedeli dell'open source sui propri blog ma gli analisti della Idc – il nuovo Windows si porta dietro problemi non indifferenti di adozione, tipici a detta degli esperti di una "major relaese" così estesa come in effetti è quella di Vista. E va anche detto che lo sforzo di Microsoft profuso in direzione della massima interoperabilità del software è stato comunque notevole, visto e considerato che lo stesso è certificato compatibile con due milioni di diversi dispositivi hardware (stampanti, tastiere, mouse, scanner e via dicendo), e cioè circa il 96% di quelli oggi in uso. I difetti di gioventù del sistema operativo hanno però consigliato i principali produttori di pc - e fra questi Hewlett-Packard, Dell, Lenovo e Toshiba – a mettere a catalogo nuovi modelli con Windows Xp precaricato di serie; decisione che comunque non ha impedito alla società di Redmond di mettere a segno una crescita di fatturato del 13% nell'ultimo trimestre fiscale anche grazie al sostanzioso contributo offerto dalle vendite di Vista.
In attesa della totale compatibilità di Vista con tutto il software e l'hardware oggi disponibile, Microsoft deve fare quin di i conti con una fetta di utenza che al nuovo Os continua a preferire quello vecchio. A Redmond sono invece convinti che solo una minoranza di utenti abbia un'idea "sfavorevole" di Vista e invece una larga fetta di questi lo consideri in modo positivo. Forse il vero problema che scoraggia alla fine una parte della comunità It è legato a un altro fattore, quello dei costi da sostenere per aggiornare i programmi software esistenti per poterli far lavorare sul nuovo sistema operativo: i 199 dollari che la Adobe chiede per la nuova versione professionale "Vista ready" di Photoshop sono un esempio perfetto di questa "ambiguità" giovanile della creatura tanto cara a papà Bill Gates.

Windows Vista è stato l'ultimo aggiornamento di sostanza del sistema operativo per pc della Microsoft? Stando alle indiscrezioni provenienti dagli Usa non sembrerebbe così: una nuova "major release" dell'Os in versione client, chiamata internamente "7" (inizialmente il nome in codice era Vienna) dovrebbe infatti arrivare sul mercato entro i prossimi tre/quattro anni. Non c'è niente di ufficiale ma qualcosa di ufficioso sì, ed è trapelato da un evento che il gigante del software ha organizzato nei giorni scorsi a Orlando, in Folorida, per la propria forza vendita.
Indiscrezioni, se confermate, molto importanti, visto e considerato il rumore che la società ha reato ad arte intorno al suo nuovo sistema operativo, reso disponibile – prima in versione business lo scorso novembre e poi per il consumer a fine gennaio di quest'anno – dopo cinque anni cinque di sviluppo. Windows 7, stando ai bene informati, nascerà in duplice versione, a 32 bit per gli utenti da casa e a 6 bit per quelli aziendali e potrebbe anche caratterizzarsi per un innovativo modello di sottoscrizione. Il futuro di Windows torna quindi al centro dell'attenzione a qualche messe dall'effettiva disponibilità di Vista e di tutte le polemiche che ne hanno accompagnato il debutto dopo vari mesi di ritardo rispetto alle promesse di Bill Gates, Steve Ballmer (il Ceo della Microsoft) & C.
In attesa di conferme ufficiali da parte dei propri vertici circa la reale futura disponibilità e le principali caratteristiche tecniche del nuovo Windows, nell'agenda di Microsoft c'è ora il rilascio del tanto atteso Service Pack 1 per Vista, previsto entro la fine del 2007.

di Gianni Rusconi